La sede del Valle Lao. Il consigliere comunale Antonio D'Angelo

SCALEA (Cs) – In due distinte note diffuse alla stampa dall’ex assessore del Valle Lao Antonio D’Angelo, consigliere in carica dell’Ente sovracomunale, si denuncia l’anomala assunzione di due operai acquaioli presso l’ex Consorzio di Bonifica scaleoto.

Nella prima comunicazione, inviata alle organizzazioni sindacali, D’Angelo scrive: «Stamani ho appreso la notizia che il consorzio di bonifica valle Lao, ha assunto due operai come acquaioli, già questo la dice lunga sulla gestione del presidente e dei sui più stretti collaboratori, infatti come consigliere ero all’oscuro di tutto. Ma la cosa che più mi turba è il fatto che le OO.SS. dovrebbero garantire la trasparenza, la legalità e l’assunzione di chi ne ha bisogno e titolo. Chiedo: la graduatoria stilata a suo tempo tra chi ha frequentato il corso ad hoc, dov’è finita? Urge un vostro intervento nelle sedi opportune al fine di garantire il lavoro a chi ne ha titolo. Auspico un coinvolgimento delle vostre strutture regionali e provinciali».

Un’altra comunicazione, invece, è stata trasmessa da Antonio D’Angelo agli organismi dell’Ente sovracomunale: «Ai Sig. Consiglieri del Consorzio di Bonifica Valle Lao, ancora una volta il presidente, il vice presidente e il direttore, stanno gestendo la cosa pubblica in modo privatistico e personale, calpestando la nostra dignità di consiglieri e le leggi vigenti», denuncia il consigliere in carica.

E aggiunge: «Parlo dell’assunzione di due acquaioli avvenuta in modo non trasparente e senza renderci partecipi. Esiste una graduatoria di persone con frequenza di un corso fatto dal consorzio e senza reddito, non mi spiego come possano aver assunto persone al di fuori della graduatoria e con reddito».

«Cari consiglieri – conclude – tutto questo sarà reso pubblico a mezzo stampa per tutelare la mia dignità e serietà, pertanto auspico un vostro coinvolgimento alla problematica onde ripristinare la giusta gestione del consorzio in ossequio ai dettati legislativi vigenti».

fiorellasquillaro@calabriainchieste.it