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Bando del porto, opposizioni scatenate contro il sindaco Ermanno Cennamo

«L’amministrazione comunale di Cetraro colleziona un insuccesso dopo l’altro esponendo la città verso il ridicolo»

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Il sindaco Ermanno cennamo

CETRARO (Cs) – L’annuncio del sindaco di Cetraro Ermanno Cennamo sulla prossima indizione del bando per l’ampliamento e la messa in sicurezza del porto scatena l’ira dei consiglieri di minoranza Giuseppe Aieta (Azione), Angelo Aita (Progetto sviluppo), Massimiliano Vaccaro (Italia viva), Gabriella Luciani (Forza Italia) e Benedetta Saulo (Psi), nonché del coordinatore di Noi Moderati, Pino Losardo.

“L’amministrazione comunale colleziona un insuccesso dopo l’altro esponendo la città verso il ridicolo – attacca la nota comune dell’opposizione – L’ultimo, in ordine di tempo, riguarda l’iniziativa promossa sul porto turistico dal titolo che sa di beffa: “I porti come punto d’ingresso” https://www.calabriainchieste.it/2023/06/15/sara-pubblicato-a-breve-il-bando-europeo-per-lampliamento-del-porto-di-cetraro/?fbclid=IwAR01ltJhoFwuL8AoSr-aHHB2S14JmwTEY8M41Q8GO1B5-5fcOgIBp1xbKG8

“É come se avessero organizzato un’iniziativa dal titolo: “Il teatro si apre al mondo”, oppure “La città spalanca le porte al mondo del lavoro” o ancora “Il sistema bancario apre le porte agli imprenditori”. Al danno, dunque, segue la beffa. Tutto chiuso, drammaticamente chiuso. Porto, teatro, banca, ufficio del lavoro”.

“A questo si aggiunga che l’iniziativa organizzata sul Porto è costata 5000 euro, sì, cinquemila – incalza l’opposizione compatta – E tutto avviene mentre il sindaco chiede alle associazioni di fare collette per la festa del Santo Patrono a cui ha sempre provveduto il Comune. Addirittura, l’amministrazione comunale ha pagato un consulente 12.000 euro, sì, dodicimila, per organizzare il pre dissesto che è stato un fallimento totale che ha portato solo all’innalzamento massimo di imposte e tasse per i cittadini”.

Per le minoranze si tratta di: “Una gestione dilettantesca di cui non si aveva memoria. E, intanto, tutti i finanziamenti che sono nelle casse comunali restano lì, non si spendono, forse per il timore di dover riconoscere il merito al sindaco Aita che è riuscito ad ottenerli grazie alla grande opera di programmazione realizzata dalla Regione Calabria, targata Oliverio, che ha registrato un protagonismo straordinario dell’allora presidente della commissione bilancio, Giuseppe Aieta.

La città soffre un immobilismo totale, l’economia non si muove e le poche e coraggiose aziende che resistono sono in preda alla disperazione. Il dibattito pubblico è stato azzerato e quello culturale affidato alle meritevoli associazioni attraverso l’iniziativa “un libro al mese”. La scuola, la Chiesa, le associazioni, che sono il patrimonio più prezioso della nostra città, vivono un loro autonomo protagonismo, mentre il sindaco si limita a svolgere il ruolo di comparsa”.

Le piazze sono vuote e prese d’assalto solo dalle macchine divenendo garage e non più salotto come eravamo abituati a vederle”. E ancora: “Possibile che nessuno si sia mai chiesto perché le amministrazioni precedenti si siano rifiutate di utilizzare l’autovelox per fare cassa con i soldi della povera gente che lavora sacrificando parte delle proprie, a volte, misere entrate? – si chiede la minoranza – Invece di trovare soluzioni alternative l’amministrazione comunale si avventura in decisioni che vanno contro i cittadini e le loro fragili economie utilizzando il corpo dei vigili urbani, già sotto organico, mentre le piazze sono diventate vere e proprie giungle di confusione. Ma possibile che a nessuno venga in mente di dichiarare chiusa questa esperienza amministrativa che ha fallito su tutti i fronti? Siamo certi – concludono  gli esponenti di Azione, Forza Italia, Italia viva, Noi moderati, Partito socialista, Progetto sviluppo – che se questa decisione fosse affidata ai cittadini il responso sarebbe ovvio”.

fiorellasquillaro@calabriainchieste.it