Home Politica Al Comune di Acquappesa raffica di cartelle Tari «esageratamente gonfiate»

Al Comune di Acquappesa raffica di cartelle Tari «esageratamente gonfiate»

Il gruppo consiliare di minoranza “Cambiamenti” chiarisce con tanto di documenti la spinosa questione

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ACQUAPPESA (Cs) – Raffica di cartelle Tari «esageratamente gonfiate» sono state notificate nell’ultimo mese ai cittadini acquappesani, che tra sgomento e stupore si sono rivolti agli uffici preposti e ai consiglieri comunali per ricevere risposte alle loro legittime domande.

A tal proposito, essendo state «poco chiare» le delucidazioni ricevute, il gruppo consiliare di minoranza “Cambiamenti” chiarisce con tanto di documenti la spinosa questione.

Il saldo 2020 scaturisce dalla delibera n.3 del 25.02.2021 con la quale si è rettificato il centro di costo del servizio portandolo da euro 509.208,00 del 2019 a 1.042.000,00 per gli anni successivi, inserendo nel suddetto centro di costi voci già oggetto di contestazioni da parte di questo gruppo.

Per il 2021, a causa della differenza, l’incremento è pari al 75% rispetto al 2019, mentre per il 2022 il costo della Tari è più elevato del precedente anno perché per il 2020 e per il 2022 è stato applicato il 25% in meno causa covid (applicato dal governo).

«Come ampiamente illustrato ai cittadini presenti all’incontro tenutosi nei giorni scorsi – denuncia la minoranza – le voci aggiunte, arbitrariamente, sono illegittime».

«Abbiamo mostrato ai cittadini i documenti (prodotti dagli uffici, dalla giunta comunale) e e spiegato per quale motivo sono illegittimi e non potevano essere richiesti», spiegano i consiglieri comunali Mauro Avolio e Sandra Ricco.

«A dimostrazione della fondatezza di quanto rilevato – continuano – con delibera di Consiglio Comunale gli stessi che hanno approvato un aumento (illegittimo) del 149% della Tari dal 2019 a oggi hanno deliberato una riduzione del 19% circa, giustificandola con una non meglio specificata economia».

«In realtà dal raffronto tra la tabella redatta in precedenza e quella allegata alla proposta di riduzione sono solo state eliminate due delle voci illegittime precedentemente aggiunte, ovvero costo personale ufficio per 93.000,00 euro e spese legali per 6.000,00 euro che sono magicamente scomparse, eppure non ci risulta si sia provveduto a licenziamenti, anzi».

Il piano economico finanziario riporta tutti i costi che devono essere inseriti nel ciclo rifiuti solidi urbani.

La peculiarità della Tari è che la stessa debba interamente coprire il servizio senza poter generare neppure un solo euro di utile. Ad Acquappesa la gestione dei rifiuti è concessa in appalto.

Il costo dell’appalto è di euro 507.000,00 annui e comprende una serie di costi specificati nelle tabelle

Varie sono le perplessità sulle voci più volte inserite come:

Pulizia strade euro 21.000,00 nel Pef ne sono indicate già euro 91.377,00.

Fornitura materiale vario (non meglio specificato) euro 15.000,00

Recupero conguaglio anni precedenti (2016/2019) euro 6.000,00 modalità di eventuale recupero assolutamente illegittimo e comunque di competenza del Commissario straordinario.

Debito conferimento in discarica 2016/2019: modalità assolutamente illegittima e comunque di competenza dell’Organo straordinario di liquidazione. Tale conferimento è stato già richiesto ai contribuenti e messo nelle bollette degli anni dal 2016 al 2019. Se il Comune non ha pagato il conferimento dovrebbero spiegarcene il motivo.

In ogni caso, l’utente deve poter sapere quale parte della sua bolletta è da imputare a tale somma con specifica per ogni anno in modo da poter verificare se la suddetta somma è stata già pagata e soprattutto se è esigibile.

Personale ufficio: euro 23.000,00 ed euro 93.000,00. Il personale addetto alla raccolta dei rifiuti soli urbani è a carico della ditta appaltatrice non di certo del Comune.

«Solo per scrupolo – conclude il gruppo Cambiamenti – preme riferire ai nostri concittadini che nel 2019 su un costo annuo di 522.596,00 di Tari solo 35.000,00 euro non sono stati incassati. Smentendo, così, le insistenti voci, infondate e non veritiere, che vorrebbero far credere che la quota non pagata dei morosi è posta a carico di chi invece paga (che oltretutto sarebbe pure pratica illegittima, per ovvi motivi)

L’aumento spropositato della Tari è solo un escamotage per far quadrare i conti.

Tanto è dimostrato dal successivo pseudo sconto da applicarsi per il 2023.

Uno sconto del 19% sul 149% il quale deriva, invece, per il 2023, dall’eliminazione di due di quelle voci illegittime precedentemente introdotte: spese personale ufficio: euro 93.000,00; spese legali: euro 6.000,00»