CETRARO (Cs) – Ancora problemi nell’ospedale di Cetraro dove arrivano di continuo pazienti psichiatrici gravi. Una situazione che dura, ormai da anni, e che ogni giorno mette a rischio la sicurezza sia del personale sanitario che degli altri pazienti che si trovano a dover condividere i locali del Pronto soccorso con persone che attendono, a volte anche per giorni come già accaduto, di essere trasferite in altre strutture per il trattamento sanitario obbligatorio.
L’ultimo episodio è accaduto qualche giorno fa. Una quarantenne, in preda ad un forte stato di alterazione psico-fisica, dall’Alto Tirreno è stata trasportata al “Iannelli” di Cetraro, unico presidio ospedaliero del Tirreno cosentino che dispone di un reparto di Psichiatria. Ma i sei posti del reparto sono, quasi sempre, tutti occupati e così i pazienti psichiatrici restano parcheggiati in barella nel Pronto soccorso, a volte anche per giorni.
E così, intanto che il personale si affannava alla ricerca di un posto libero negli altri ospedali, in Calabria o in altre regioni, la signora ha cominciato ad andare in escandescenze e ha sfogato la sua furia contro la statuetta di ceramica della Madonnina, che da oltre trent’anni è nel Pronto soccorso, rompendola. Fortunatamente in quel momento nel reparto non c’erano altri pazienti in attesa, in particolare bambini, altrimenti qualcuno avrebbe potuto farsi male. L’intervento tempestivo del personale sanitario è riuscito a riportare alla calma la signora che fortunatamente è stata poi trasferita per il tso in un altro ospedale.
Nel reparto di Psichiatria del Iannelli sono rimasti due soli medici, costretti a turni di lavoro massacranti per cercare di soddisfare le continue e pressanti richieste di soccorso. Con l’aumento dell’utenza per la stagione estiva che ricorre al Pronto soccorso la situazione rischia di diventare esplosiva perché il personale si trova ad affrontare anche pazienti psichiatrici molto difficili da gestire senza adeguate risorse.
L’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza non è ancora intervenuta sulla delicata questione della carenza di personale in un presidio come quello di Cetraro che accoglie una vasta utenza, soprattutto, dall’Alto Tirreno cosentino che confida nelle rapide risposte di un ospedale ormai spogliato di ogni cosa.
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