La squadra della Reggina

REGGIO CALABRIA – «Una delle migliori espressioni della Reggio sportiva, in quest’ultimo anno, è stato, senza dubbio, il presidente Marcello Cardona. Lo avevamo detto all’inizio di questa avventura, lo abbiamo ripetuto quando il campo consegnava splendide vittorie o cocenti sconfitte, lo ribadiamo adesso che il “più reggino” della Reggina ha lasciato il suo incarico». E’ quanto afferma il consigliere metropolitano delegato allo Sport, Giovanni Latella, sottolineando «lo spessore umano e professionale di chi ha impresso un segno indelebile di legalità e decoro in un mondo, quello del calcio moderno, offuscato dai miliardi e dai mille interessi».

E, ancora: «Nel momento più delicato della storia amaranto – ha aggiunto – il ringraziamento più grande va all’uomo Marcello Cardona, capace di assegnare autorevolezza e credibilità istituzionale ad un progetto impegnato a scalare le diffidenze ereditate da un passato nebuloso e nefasto. Il nostro auspicio che anche il prossimo consiglio d’amministrazione della Reggina possa avere il contributo di un rappresentante del territorio, autenticamente legato ai principi identitari che sono propri della compagine amaranto».

Per quanto ci riguarda l’intero territorio  «è orgoglioso di poter annoverare fra i propri concittadini una figura che, quando è stata chiamata a misurarsi, ha sempre mantenuto alto il nome della Reggio operosa ed operaia, preparata, giusta, lontana dalle logiche che ammorbano ogni anelito di sviluppo e crescita. Cardona, nella sua esperienza in sella alla Reggina, ha davvero rappresentato un elemento di garanzia, di prestigio e credibilità ad ogni livello. Il mondo dello sport, a più riprese, ne ha riconosciuto le doti e le qualità, lo spessore di chi, nella compostezza e nell’umiltà, ha contribuito a far emergere la parte migliore della nostra comunità».

Le dimissioni del presidente «addolorano perché spazzano via il senso più romantico di un calcio ormai in preda alle fascinazioni del dio denaro, dei nuovi mondi patinati degli emiri e dell’alta finanza. Uno sport che sta smarrendo la sua peculiarità principale dell’essere popolare, cioè del popolo. I tifosi, in questo “pot-pourri” di incertezze, compromessi e continue oscillazioni, subiscono lo smarrimento ed il disorientamento di chi, impotente, non può nulla di fronte all’evoluzione dei tempi moderni ed a logiche che, col calcio giocato, c’entrano poco o niente».

Infine: «Ancora grazie, quindi, presidente Cardona – ha concluso Giovanni Latella – per quanto ha fatto e per ciò che continuerà a fare. Non è vero che non esistono più le bandiere. E non è vero che gli idoli sono solo in mezzo al campo».

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