La scuola di San Domenico

CORIGLIANO-ROSSANO (Cs) – «Dopo la soppressione del Plesso di Santa Chiara, un’altra scuola del Centro Storico di Rossano rischia di chiudere nell’indifferenza imbarazzante dell’Amministrazione Comunale. Verrebbe da fare un indovinello al sindaco Stasi e all’assessore all’Istruzione Alboresi per sapere se conoscono quale istituto oggi è destinato a terminare il secolare ciclo di formazione. Sicuramente non saprebbero rispondere perché fino ad oggi non hanno fatto nulla per evitare che possa accadere l’irrimediabile.  La scuola di San Domenico non solo è un patrimonio storico ma è anche uno degli ultimi ed efficaci presidi scolastici della Città alta. L’immobilismo e i silenzi sono imbarazzanti e purtroppo, una costante di questa gestione comunale ormai senza bussola e senza senso». È l’allarme, l’ennesimo lanciato negli ultimi quattro anni, dell’assessore provinciale al patrimonio e agli affari generali Adele Olivo, ancora questa volta nella duplice veste di mamma e cittadina del Centro Storico di Rossano preoccupata dalle indiscrezioni insistenti, purtroppo confermate anche dall’interno dell’Istituto scolastico in questione, circa la probabile chiusura del Plesso di Corso Garibaldi 233.

Ancora oggi, «nonostante l’insensibilità palese del Primo Cittadino, della sua Giunta e di tutta la sua maggioranza anche nei confronti del mondo della scuola e dei giovani delle periferie, c’è la possibilità di salvare la scuola di San Domenico da una scongiurabile chiusura che non solo porrebbe una pietra tombale sul futuro dell’antico quartiere di San Domenico ma metterebbe in ginocchio tante piccole attività commerciali che continuano a vivere proprio attorno alla scuola».

Eppure, «parliamo di un istituto che non solo ha fatto la storia di Rossano formando generazioni di giovani ma, ancora oggi, può vantare validi insegnanti e programmi scolastici di altissimo profilo. Perché, allora, non incentivare le famiglie, anche quello dello Scalo ad esempio, a mandare i loro figli nelle scuole del centro storico evitando classi pollaio e garantendo la vitalità di tutti gli istituti. Questa sarebbe visione del futuro e non ricerca del consenso alla giornata! Non è questione di numeri – scandisce – ma di volontà e di idee, quelle che continuano ad essere le grandi assenti nell’azione amministrativa populista e demagogica di questo accidente istituzionale ed incidente democratico».

Perché, ad esempio, «non pensare ad un servizio di trasporto pubblico accompagnato e gratuito per i ragazzi così da favorire maggiore mobilità da e per il centro storico? Perché, ancora, non pensare ad insediare nei plessi dei centri storici scuole elementari con particolari indirizzi, penso ad esempio alle primarie che dedicano particolari corsi di studio alle lingue o alla scienza».

Tra l’altro, la chiusura del plesso di San Domenico determinerebbe «un danno economico notevole alle casse comunali dal momento che poco tempo fa la struttura è stata interessata da interventi di riqualificazione e messa in sicurezza. Inoltre, quale utilità avrà l’investimento di 15milioni di euro, nell’ambito dei progetti Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare (Pinqua), che a breve – si spera – dovrebbe partire proprio nel quartiere di San Domenico se poi nello stesso quartiere chiudono le scuole, le famiglie vanno via e di riflesso chiuderanno anche quelle poche attività commerciali che ancora coraggiosamente resistono? Ecco – conclude la Olivo – questo è l’esempio plastico di come la Dottrina Stasi sta gestendo Corigliano-Rossano senza alcuna visione, alla giornata, tra asfaltate e concertoni, personalismi e spreco milionario di risorse pubbliche, una vergogna senza fine per la terza Città della Calabria»

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