PAOLA (Cs) – Nato senza esofago, retto e ano: neonato figlio di una coppia di Paola, in provincia di Cosenza, è stato sottoposto a due delicati interventi chirurgici di ricostruzione al San Camillo di Roma e ora sta e cresce bene.
E’ quanto riportato Repubblica e il Fatto Quotidiano sulla scorta di una nota stampa diffusa dall’ospedale romano.
La storia del piccolo inizia a febbraio 2023, quando madre e padre raggiungono Roma dalla Calabria per una amniocentesi per sospette malformazioni del feto. I test ulteriori confermano che il bimbo ha la sindrome di Vacterl, che comporta un’assenza dell’esofago e del retto. Una condizione che secondo i medici sarebbe stata incompatibile con la vita. Durante l’esame, però, il sacco si rompe.
È così la coppia, dall’ospedale presso il quale si trovava, corre d’urgenza al pronto soccorso ginecologico del San Camillo. Il piccolo è prematuro (31 settimane) e ha la sindrome individuata con i test genetici.
Il giorno dopo la nascita il piccolo viene operato dall’Unità operativa complessa della Chirurgia pediatrica, «dal professor Vito Briganti col supporto di una equipe multidisciplinare composta da chirurghi pediatri, anestesisti, neonatologi della terapia intensiva neonatale, strumentisti e infermieri di sala».
I chirurghi hanno costruito l’esofago, il retto e l’ano in due interventi fatti a distanza di qualche settimana. Le operazioni sono riuscite e «oggi Emanuele – informa l’ospedale – è un bellissimo bebè, pasciuto e in gran forma, ed è tornato a casa in Calabria con i suoi genitori, circondato dall’amore incondizionato di tutta la sua famiglia e soprattutto della sorellina maggiore».
La famiglia ha lasciato Roma da poche settimane: «In questi mesi – spiega la mamma alla stampa nazionale – è stato per noi una seconda casa: quando l’equipe della tin ha notato la mia stanchezza, mi ha consigliato di tornare in Calabria dalla mia famiglia, inviandomi foto di mio figlio durante la mia assenza per darmi conforto».
Ora, però, sono di nuovo tutti insieme, anche se dovranno continuare a venire a Roma per dei controlli di rito. Per i medici dell’ospedale, «questo caso sottolinea l’importanza di scegliere, per il parto, un ospedale con un reparto di terapia intensiva neonatale e chirurgia pediatrica, a disposizione della mamma e del bambino».