Home Calabria UMG di Catanzaro terzo ateneo italiano, «timore reverenziale verso l’Unical»

UMG di Catanzaro terzo ateneo italiano, «timore reverenziale verso l’Unical»

Il consigliere comunale catanzarese Antonio Corsi pungola il nuovo rettore Cuda: «Forse vede il futuro della nostra università come una colonia dell’Ateneo cosentino»

159
0

CATANZARO – «C’è qualcosa che non mi convince nel programma esposto dal nuovo rettore dell’UMG prof. Giovanni Cuda, che evidentemente non tiene conto dei risultati, aimè desolanti, della recente indagine del Censis che assegna al nostro ateneo il terz’ultimo posto tra le Università medie. La stessa indagine assegna la medaglia di bronzo all’Unical, che si piazza al terzo posto tra le grandi università italiane.

E’ quanto dichiara in una nota stampa il consigliere comunale catanzarese Antonio Corsi.

«Cos’è che non mi convince?», si chiede. Vediamo: «Il neo rettore Cuda ci ha tenuto a precisare che i rapporti dell’Umg con l’Unical sono ottimi e che continuerà la collaborazione. Finora questa collaborazione, per come la vedo io, è andata solo a senso unico, poiché è stata Unical ad avvantaggiarsene, impadronendosi della facoltà di medicina, senza nulla restituire. Si è anche presa la facoltà del mare che poteva essere istituita a Catanzaro con un accordo con la facoltà di ingegneria di Arcavacata. Del corso di laurea in lingue straniere, promesso all’ex sindaco Abramo, nemmeno l’ombra», denuncia l’esponente consiliare.

E ancora: «Allora mi piacerebbe sapere se il rettore Cuda vede il futuro dell’Umg come una colonia dell’Unical, oppure se vuole dare discontinuità e fare diventare finalmente competitivo e concorrenziale il nostro ateneo. Dalle sue prime dichiarazioni, sembra emergere un timore riverenziale nei confronti di Unical».

E conclude: «Naturalmente, mi auguro di sbagliare e mi attendo dalle prime mosse che muoverà il professore Cuda a novembre, quando prenderà possesso della carica, di essere clamorosamente smentito. Ma si parta, per favore, dalla constatazione che siamo la terz’ultima Università italiana. Non servono autocelebrazioni, serve una profonda svolta nella politica universitaria dell’Umg».