Home Calabria Perrotta e Saragò: «Rilevante danno per l’ospedale e la città di Paola»

Perrotta e Saragò: «Rilevante danno per l’ospedale e la città di Paola»

«Politano e compagni avevano garantito pubblicamente e reiteratamente che Paola avrebbe mantenuto il polo chirurgico e che il presidente Occhiuto aveva offerto loro ogni garanzia»

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L'ospedale San Francesco di Paola

PAOLA (Cs) – In una nota stampa diffusa dalla coalizione de “La Nostra Paola”, guidata da Riccardo Ferrari e rappresentata in consiglio comunale dai consiglieri di minoranza Roberto Perrotta e Marianna Saragò, rispettivamente sindaco e vicesindaco uscenti, si stigmatizza duramente l’operazione politica finalizzata a depauperare l’ospedale San Francesco di Paola per rafforzare altri presidi ospedalieri tirrenici, facendo saltare ogni rapporto di forza sul territorio rispetto alla gestione della emergenza urgenza.

Assieme alla coalizione “La Nostra Paola”, in particolare, Perrotta e Saragò si dicono «amareggiati per quanto si sta verificando a danno della città di San Francesco».

Esprimono «biasimo per il comportamento dell’Amministrazione comunale di Giovanni Politano in merito alla gestione complessiva della vicenda, che ha fatto registrare un rilevante danno per la città di Paola, ma anche in riferimento alle rassicurazioni pubbliche giunte a ripetizione dal Comune secondo cui la chirurgia non sarebbe stata spostata. Le promesse fatte ai cittadini, purtroppo, non sono state mantenute».

Com’è noto, infatti, «avevano garantito pubblicamente e reiteratamente che Paola avrebbe mantenuto il polo chirurgico e che il presidente Occhiuto aveva offerto loro ogni garanzia, salvo poi ritrovarsi, come da noi più volte paventato, con una scelta assunta unilateralmente che penalizza l’intero hinterland paolano e tutta la zona del basso Tirreno cosentino. La politica si fa con saggezza e lungimiranza, non con i selfie e le passerelle».

Perrotta e Sargò, poi, ricordano: «Le amministrazioni comunali che si sono succedute negli anni avevano messo tanto impegno per bloccare provvedimenti di ridimensionamento del nostro ospedale e ogni tentativo di spostamento di reparti e servizi, schierandosi contro gestioni politiche di ogni colore, ma oggi ci sentiamo disarmati rispetto a un’amministrazione comunale disorientata, che non ascolta e non dialoga.

Hanno negato l’evidenza fino alla fine e, oggi, di fronte alla notizia certa dello spostamento della chirurgia a Cetraro, stanno cercando di abbindolare la gente con promesse da marinaio, riportando ipotetiche decisioni che – a loro dire – verranno assunte in futuro, quando non saranno più in carica e il danno sarà ormai fatto.

Oggi la loro giustificazione non è più quella di ieri, ossia che “la chirurgia non verrà spostata”, ma (smentiti dai fatti), ora dicono: “l’ospedale verrà potenziato”.

Come? Non lo sanno nemmeno loro. Quali garanzie offrono in tal senso? Nessuna. E comunque, visti i precedenti, ormai non hanno alcuna credibilità», prendono atto.

Poi concludono: «Ringraziamo il Comitato popolare, l’avvocato Graziano Di Natale e quanti si sono spesi per la difesa dell’ospedale. Avevano ragione. Avevano visto bene, ma non sono stati creduti. Noi continueremo a dare il nostro contributo. A differenza di altri, ci piace perdere lottando, stando sempre dalla parte giusta, a prescindere dai nostri interessi di parte e di partito.

Speriamo che presto indicano il consiglio comunale aperto richiesto dalla minoranza e per il quale si sarebbero dovuti determinare già da tempo. Ci sono argomenti in cui i concetti di maggioranza e minoranza devono essere sostituiti da un’unica parola: appartenenza. E da un’unica espressione: appartenenza alla città. Una parola questa che suscita emozione e coinvolgimento e che cancella nelle persone libere ogni altro riferimento o interesse di parte».