PAOLA (Cs) – «Tornando da Germaneto, privati del reparto di chirurgia, tutti dichiarano di essere contenti. Di cosa? Ma cosa sono andati a fare a Catanzaro? Non dovevano difendere l’ospedale? Così ci è sembrato di capire dalle parole spese dall’assessore Logatto alla manifestazione nel piazzale del nostro nosocomio: “Questa amministrazione è contraria allo spostamento dei reparti.. tuonava al microfono”».
E’ il comitato popolare a difesa della salute che, oggi, commenta quanto accaduto e documentato negli ultimi giorni.
«Pur di non ammettere la sconfitta – sono le accuse rivolte all’assessore Logatto, al sindaco Politano e alla maggioranza tutta – oggi sottolineano le parole del Presidente Occhiuto, parlando di implementazione dell’offerta sanitaria e bacchettando noi del Comitato che siamo quelli che loro dovrebbero rappresentare».
«In sintesi dovremmo ingoiare lo spostamento facendo ciascuno di noi appello ad una sorta di visione più ampia della questione. Quindi siamo noi a non capire perché come dire non allarghiamo gli orizzonti delle dinamiche».
«Poi il passaggio sulla strumentalizzazione è il fiore all’occhiello. Un popolo protesta e dovremmo stare pure zitti», incalzano gli esponenti. «Un comitato cerca di fare chiarezza e dovremmo pure sentirci accusati di propaganda. No, questo è troppo.
Le nostre richieste sono state accolte, dicono. Ma quali richieste hanno fatto, ci domandiamo?
Le nostre richieste sono state accolte, dicono. Ma quali richieste hanno fatto, ci domandiamo?
«Quale politico accetterebbe oggi un depotenziamento del proprio ospedale, certo e immediato, in cambio di promesse che possono essere disattese? Quale rappresentante di una Città, che ama la propria comunità, non si farebbe a pezzi pur di difenderla?»
«Riapertura dell’Emodinamica, potenziamento dei reparti (rimasti) e futura attivazione dei posti di rianimazione sono le promesse avute in cambio della svendita della dignità di un popolo dimenticando tutto il denaro speso per servizi mai attivati e attrezzature destinate a prendere polvere in qualche scantinato del nostro ospedale San Francesco».
«Noi non lo accettiamo – concludono – e continueremo la nostra protesta in maniera civile come abbiamo sempre fatto, pensavamo accanto alle istituzioni ma a quanto pare dobbiamo dire un passo prima delle istituzioni».