CATANZARO – «La richiesta di rimodulazione della ZES Calabria deliberata dalla giunta e finalizzata all’inserimento dell’area di Germaneto è una scelta di grande significato, non solo dal punto di vista delle potenzialità sviluppo della città ma anche dal punto di vista squisitamente politico». Lo scrive in una nota il consigliere Tommaso Serraino.
Catanzaro «finora non aveva mai costruito su Germaneto un approccio sistemico, in grado di guardare all’area nel suo complesso. Ne è prova il fatto che, al di là dei presìdi già consolidati come Università, Azienda Dulbecco, Regione e Comalca, il resto delle aree potenzialmente sfruttabili non è stata considerata appetibile per altri insediamenti. Il che vuole anche dire che quei presìdi, a dispetto della loro importante funzione, vivono come monadi scollegate dal contesto».
L’idea dell’esecutivo Fiorita «è un’idea forte proprio perché mira a cambiare radicalmente questo stato di cose. La ZES a Germaneto, con quello che comportano la fiscalità di vantaggio o lo snellimento delle procedure amministrative per quelle realtà imprenditoriali che effettuano investimenti in strutture produttive, significa non solo valorizzare in sé le aree non ancora sfruttate ma anche orientarle verso quel capitale umano e di conoscenza che già esiste ma che può essere ulteriormente messo a profitto nella visione di insieme di una sviluppo sostenibile che davvero è a portata di mano».
Infine: «Credo vada sottolineato infine – conclude il consigliere – che Catanzaro è stata la prima a muoversi, dopo che sulla ZES Calabria si aperta una riflessione complessiva finalizzata a capire se, a parità di superficie totale, vi sia spazio per altri territori beneficiari. Una tempestività che a mio parere meriterebbe l’attenzione e il sostegno di tutte le rappresentanze istituzionali che, a livello regionale, afferisco al nostro territorio: dai consiglieri regionali fino al presidente Mancuso, per la particolare rappresentatività che la sua carica possiede. L’idea è forte per le ragioni che ho detto e sarebbe davvero un peccato perdere questa occasione per dare nuovo vigore non solo al Capoluogo ma all’intera area centrale della Calabria».
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