Home Calabria Consorzi di Bonifica, lavoratori ridotti alla fame e gli Onorevoli tentennano

Consorzi di Bonifica, lavoratori ridotti alla fame e gli Onorevoli tentennano

Pignoramento presso terzi dall’Agenzia delle Entrate per 2,5 milioni di euro. La Regione i soldi ce li ha ma non sa come risolvere l'intoppo burocratico. E intanto le famiglie soffrono

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La Regione Calabria

CATANZARO – Nuovo vertice infruttuoso, stamattina, nella sede della Regione Calabria, dove si è discusso del dramma che stanno vivendo centinaia di famiglie di operai idraulico forestali in servizio per conto del consorzio di Bonifica ex Valle Lao di Scalea e di altri due consorzi di Bonifica calabresi, senza stipendi dal mese di maggio.

Il personale, infatti, avanza quasi quattro mensilità: oltre a maggio, devono percepire giugno, quattordicesima e luglio che è in fase di maturazione.

Il problema è sorto perché l’Agenzia delle Entrate ha effettuato un pignoramento presso terzi di 2,5 milioni di euro, attesa la montagna di debiti acculata da chi gestisce in modo “allegro” questi Enti sovracomunali e, pertanto, manca la liquidità per retribuire il personale: l’anello più debole di tutto il sistema, visto che gli onorevoli l’indennità la intascano puntualmente ed è pure bella consistente.

Si deve quindi trovare un escamotage per spostare le somme di denaro da una parte all’altra, ossia da un capitolo a un altro, compiendo una operazione tecnicamente e giuridicamente perfetta.

Ma, non essendo un problema dei politici che, come detto, l’indennità la intascano, le settimane passano e il problema persiste, tra un vertice e un altro. E intanto Enel inizia a mettere le mani sulla fornitura elettrica nell’abitazione dell’operaio di turno, moroso a causa del datore di lavoro e della politica.

Non dimentichiamo, infatti, che i consorzi sono carrozzoni politicizzati gestiti male dai raccomandati di turno che i vari politici regionali, di ogni estrazione, storicamente nominano per ragioni elettorali e clientelari. Tali Enti sono gestiti coi piedi e nessuno mai ha pagato né mai pagherà per la cattiva gestione che emerge dagli atti e dai fatti.

Ma torniamo al caso specifico.

Già il 5 luglio si era tenuto un incontro, sempre alla Regione, alla presenza dell’assessore regionale Gallo e dei dirigenti Riga e Pallaria per trovare una soluzione. L’assessore ha dato disposizioni di risolvere il problema, invitando chi di competenza a trovare la soluzione tecnica per spostare le somme di denaro occorrenti al pagamento delle spettanze.

Ma ad oggi non è accaduto nulla, tanto che stamattina si è tenuto un altro vertice.

In tale nuovo contesto la Regione ha deciso di chiedere all’avvocatura regionale di fornire indicazioni per sbloccare questi fondi, fermi alla tesoreria per via del pignoramento, oppure reperire altre somme da spostare sugli appositi capitoli.

Ci è stato riferito che nelle stesse condizioni degli operai si trovano anche i dipendenti del consorzio di Scalea, in attesa di più stipendi.

La soluzione, però, ancora non arriva, i vertici si susseguono e il tempo passa.

Oggi è stato fissato un altro tavolo di discussione per la data del 25 luglio prossimo.  

Si va, dunque, di settimana in settimana, di vertice in vertice.

Domanda: ma se gli Onorevoli si fossero ritrovati dall’oggi al domani congelata la propria indennità di carica, avrebbero fatto trascorrere tutto questo tempo? Certo che no. Si sarebbero riuniti, presumibilmente, anche di notte pur di sbloccare la situazione.

Non si vuole comprendere che questi padri di famiglia sono ridotti alla fame.

“Calabria Inchieste” è stata contattata da molti lavoratori i quali hanno chiesto al nostro Giornale di farsi portavoce di questo disagio.

I sindacati Cgil, Cisl e Uil, intanto, mercoledì mattina hanno convocato una assemblea del personale presso il consorzio di bonifica per capire come determinarsi.