Home Calabria Alla scuola Carabinieri di Reggio Calabria la prima assemblea del Siulcc

Alla scuola Carabinieri di Reggio Calabria la prima assemblea del Siulcc

Nel corso dell’evento è stato sottolineato l’innovativo strumento che regola il diritto di assemblea per la partecipazione da parte di tutti i militari

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REGGIO CALABRIA – Lunedì 17 si è svolta l’assemblea sindacale del SIULCC all’interno dell’Aula Polifunzionale della Caserma “Fava-Garofalo”.

I lavori si sono svolti con la presentazione del SIULCC da parte del Segretario Generale Sebastiano Calabrò, il quale ha ribadito l’importanza della vigente normativa che ha permesso di legittimare le APCSM (Associazioni Professionali a carattere sindacale tra militari) in considerazione della peculiare identità – di appartenente a Forza Armata e Forza di Polizia – che caratterizza il Carabiniere/Militare/Lavoratore.

Nel corso dell’evento, svolto con la partecipazione dei dirigenti nazionale del SIULCC, è stato sottolineato l’innovativo strumento che regola il diritto di assemblea previsto della legge 46 del 28 aprile 2022 per la partecipazione da parte di tutti i militari.

L’assemblea si è sviluppata con la partecipazione attiva degli intervenuti a tutti le fasi del dibattito con particolare interesse per le testimonianze di alcuni militari che rivestono il ruolo di «Comandante di Stazione».

Nell’occasione è stato presentato alla platea uno dei collaboratori dell’APCSM Prof. MATASSO Antonio – avvocato, giornalista e docente universitario presso l’Ateneo di Palermo – che in sintesi si riporta l’intervento di seguito: «Mi è gradito intervenire in questa sede, sia per i legami familiari con il mondo dell’Arma, sia per il fatto di trovarmi a parlare in un luogo di formazione, che suscita di per sé molto rispetto in un docente universitario, come è ovvio che sia».

«Nello scorso mese di maggio è stato doverosamente celebrato l’anniversario dell’emanazione dello Statuto dei Lavoratori, vale a dire della legge 300 del 1970, voluta cinquantatré anni fa dal ministro Giacomo Brodolini, dal suo successore Carlo Donat Cattin e dal futuro ministro e già insigne giurista Gino Giugni: quel grande intervento riformistico fece sì che la Costituzione entrasse finalmente in quasi tutti i luoghi di lavoro».

«Adesso si palesa la possibilità e la concreta prospettiva di completare l’opera, grazie a quanto disposto dalla legge 46 del 2022, relativa alla libertà sindacale del personale militare. Con particolare riferimento all’Arma dei Carabinieri, è stata ricordata nei precedenti interventi la fondazione della Benemerita, avvenuta nel 1814: aggiungo che, in ragione di ciò, quella che oggi rappresenta la quarta forza armata ha vissuto tutta la storia del Risorgimento, la qual cosa mi permette di ricordare quanto diceva Giuseppe Mazzini, uno dei protagonisti di tale epoca».

«L’Apostolo della Repubblica sosteneva infatti che i diritti vanno considerati alla stregua di una conseguenza dei doveri adempiuti: non è certo un concetto alieno a chi è inquadrato tra i Carabinieri; di sicuro, però, oggi il perseguimento e la tutela dei diritti dei militari dell’Arma non possono considerarsi degli ostacoli al servizio, ma semmai delle opportunità atte a favorirne una maggiore efficienza dello stesso. La sindacalizzazione dei corpi armati rappresenta pertanto un quid pluris: se è vero, come si diceva, che il godimento dei diritti per un militare discende dall’adempimento dei doveri, al contempo non si può pensare che i doveri siano adempiuti negando dei diritti».

«Il sindacato è chiamato così ad un ruolo centrale, in quanto la Costituzione deve poter entrare in tutti i luoghi di lavoro e, proprio per tramite del sindacalismo militare, sarà possibile eliminare ogni residua idea volta a relegare ancora i lavoratori dei corpi armati nella serie B del pubblico impiego».