CATANZARO – Brutte notizie giungono dalla Cittadella Regionale di Catanzaro, dove stamane si è tenuta la manifestazione di protesta del Comitato popolare per il diritto alla salute, a cui hanno partecipato Pd, La Migliore Calabria e La Nostra Paola.
Assenti tutti gli altri gruppi di minoranza del Comune di Paola. Assente anche la maggioranza e l’amministrazione comunale del sindaco Giovanni Politano.
Le nuove brutte notizie sono le seguenti: non solo l’ospedale di Paola è stato declassato in “stabilimento”, perdendo il Dea di Primo livello e la chirurgia, quanto – nel caso in cui Occhiuto dovesse mantenere la promessa fatta all’amministrazione Politano aprendo la terapia intensiva al San Francesco, gli unici posti letto eventualmente previsti sono numero 6 e in day hospital.
Ma la terapia intensiva, com’è noto e documentato, a Paola esiste, è stata collaudata ed ha operato perfettamente, non certo in regime Covid, visto che l’ospedale Covid era Cetraro e non Paola. Ed è ciò che i paolani hanno fatto notare all’interlocutore.
Messo di fronte a tale stato di cose, nell’ambito di un vertice svoltosi tra la delegazione del Comitato e il professor Profiti, estensore del piano della rete ospedaliera, il delegato del governatore Occhiuto ha fatto spallucce; non ha risposto alle domande, sebbene incalzato più volte.
«Segno che – ha spiegato il comitato – è stata una scelta politica e non certo tecnica. Un fatto che l’amministrazione Politano conosceva bene. Paola, dunque, è stata declassata e maltrattata per ragioni meramente politiche, non sapendosi ora giustificare, la Regione Calabria, dove Occhiuto s’è reso irreperibile e s’è rifiutato di incontrare il comitato».
Incontro teso ma cordiale, quello con il manager del presidente Occhiuto.
«Buongiorno, sono il dottor Profiti». La replica: «buongiorno, io sono Graziano Di Natale, e cortesemente non mi confonda con Giovanni Politano», puntualizzazione necessaria per far comprendere all’interlocutore che nessuno avrebbe più abbindolato alcuno, come accaduto in passato.
Non avendo ottenuto alcuna risposta tecnica, ma solo la conferma che il piano è e resterà quello adottato, i paolani hanno preannunciato al dottor Profiti che ricorreranno al Tar Calabria e organizzeranno altre manifestazioni di proteste.
Quanto accaduto, pertanto, unitamente alle nuove clamorose informazioni diramate dalla cittadella che stridono prese di posizione di parte, conferma la tesi che tanti sono i “collaborazionisti” paolani che in questi mesi e anche negli ultimi giorni hanno remato contro la propria città, per interesse politico e personale, per vigliaccheria, ma anche per incapacità.
La battaglia, comunque, prosegue.