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Il boss cetrarese Franco Muto resta ai domiciliari: respinto il ricorso della Procura generale

Il mammasantissima cetrarese sta espiando la pena di 20 anni di reclusione. E' ritenuto capo e promotore dell’associazione di stampo mafioso gravitante sull’alto Tirreno cosentino

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CETRARO (Cs) – Il boss cetrarese Franco Muto resta in detenzione domiciliare: rigettato il ricorso del procuratore generale della sezione distaccata della Corte d’Appello di Sassari avverso l’ordinanza del 9 febbraio scorso emessa dal tribunale di sorveglianza che ha concesso a Muto la detenzione domiciliare in luogo della detenzione carceraria per l’espiazione della pena di 20 anni di reclusione in carcere.

In data 13 luglio scorso si è celebrato davanti il Tribunale di Sorveglianza di Sassari il processo fissato a seguito del ricorso del Procuratore Generale presso la sezione distaccata della Corte d’Appello di Sassari contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza in sede che in data 9 febbraio 2023 aveva concesso al Muto la detenzione domiciliare in sostituzione di quella carceraria per espiare 20 anni di reclusione a seguito della condanna della Corte d’Appello di Catanzaro che lo ha ritenuto capo e promotore dell’associazione di stampo mafioso gravitante sull’alto Tirreno cosentino.

Il Procuratore Generale durante la sua requisitoria ha insistito nell’accoglimento del suo ricorso e per l’arresto del Muto, mentre la difesa, che aveva depositato diverse memorie con allegati documenti, nel corso della sua arringa ha insistito e concluso per il rigetto del ricorso.

In data 17 luglio è stata depositata l’ordinanza che ha respinto il ricorso del Procuratore Generale.

Il Muto, difeso dall’avvocato Michele Rizzo del Foro di Paola, dal 10 febbraio 2023 è associato presso la sua abitazione a Cetraro dove continuerà ad espiare la pena.

La Procura Generale presso la sezione distaccata della Corte d’Appello di Sassari aveva proposto anche ricorso per Cassazione avverso il provvedimento di scarcerazione del Muto fondando le sue richieste sulla sua pericolosità e sulla compatibilità esclusiva con il regime carcerario ed aveva chiesto la immediata sospensione dell’ordinanza che mandava Muto in detenzione domiciliare presso la sua abitazione, in attesa della decisione della Corte Suprema, che ancora non ha fissato l’udienza per la decisione del ricorso.