Rosa Abramo, Andrea Signorelli e Simona Nigro

PAOLA (Cs) – Questa mattina presso la sala consiliare “Francesco Lo Giudice” del complesso Sant’Agostino di Paola, sulla costa tirrenica cosentina, è stato presentato un interessante progetto pilota innovativo denominato “Laboratori di didattica inclusiva”.

Un servizio che punta a garantire maggiori servizi a sostegno degli studenti con disabilità e disturbo specifico dell’apprendimento.

Alla presenza di dirigenti scolastici, presidenti dei Consigli d’istituto e rappresentanti delle associazioni del territorio, sono intervenuti per illustrare la lodevole e originale iniziativa tre addetti ai lavori: Simona Nigro (psicologa e psicoterapeuta), Rosa Abramo (docente specializzata nel sostegno didattico), Andrea Signorelli (consigliere comunale e docente specializzato nel sostegno didattico).

V’è da dire, intanto, che il progetto è stato elaborato da Irene Signorelli per conto dell’Auser di Paola, realtà molto attiva sul territorio tirrenico, e in parte finanziato dalla Regione Calabria.

L’obiettivo è quello di creare continuità, nelle ore pomeridiane, rispetto alla formazione scolastica, coinvolgendo in tale momento soggetti esterni: oltre l’Auser, le scuole, le istituzioni e professionisti del settore.

E ciò al fine di offrire un sostegno a ragazze e ragazzi che hanno bisogno di interventi educativi speciali; ragazze e ragazzi spesso svantaggiati anche economicamente.

«L’istituzione scolastica da sola non riesce a raggiungere tutti gli obiettivi», è stato fatto presente dai relatori. «Quindi si rende necessario un lavoro di gruppo. Si devono attivare interazioni e mettere in atto sinergie, attorno a questi ragazzi per la loro inclusione totale», è stato fatto presente dalla professoressa Rosa Abramo e, durante la sua introduzione, dalla psicologa Simona Nigro.

«Si tratta di persone che hanno un livello di comprensione elevato, spesso superiore alla media. Persone che spesso nascondono talenti e capacità importanti, se si aiutati a superare disturbi specifici», ha detto Rosa Abramo. «Capiscono e riescono a  comprendere le richieste loro rivolte – ha aggiunto – ma non sanno dare delle risposte e si chiedono perché. Sanno elaborare richieste complesse ma hanno difficoltà a memorizzare. Questo loro disagio può anche generare comportamenti non adeguati», ha evidenziato.

Questo progetto ha come finalità quello di «aiutare queste ragazze e ragazzi a superare i loro disagi e accompagnarli verso uno sviluppo psichico-sociale-emotivo-relazionale equilibrato, creando una adulto felice, uomini e donne di successo. Si aiuta quindi la persona a essere equilibrata, ad accettare le proprie diversità, creando un valore aggiunto per i ragazzi e per la società».

«Solo agendo così si può fare inclusione», ha detto Simona Nigro. «Sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema sì, ma poi bisogna fare inclusione e bisogna farla con progetti al di fuori della scuola e quando termina la lezione».

«Dare un valore aggiunto è quello che sarà la nostra mission», puntando a eliminare quella odiosa «etichetta che spesso viene associata alla persona»; «andiamo a potenziare le abilità del singolo perché non ci interessa se un domani sappia tutte le tabelline a memoria, a noi interessa che sia integrato e che sappia vivere con abilità diverse», ha aggiunto.

Andrea Signorelli ha parlato della rete che l’Auser sta potenziando sul territorio, aumentando convenzioni con Scuole, Asp e altre Istituzioni al fine di attivare il sostegno di specialisti che andranno a completare l’intervento didattico sull’alunno con Bes.

Come è strutturato il laboratorio? Signorelli ha illustrato tutti i dettagli. «Funzionerà di pomeriggio, cinque giorni a settimana. Ogni studente parteciperà a due/tre turni a settimana di due ore ciascuno. Consentiremo la partecipazione di studenti anche privi di certificazione, avendo inserito nel progetto una psicologa per velocizzare l’iter ed evitare di perdere mesi importanti. Ci sostituiremo a quella che è la lentezza burocratica delle istituzioni».

E ancora: «Punteremo molto sull’apporto volontario di tantissimi soci Auser, molti dei quali insegnanti in pensione e chiederemo alle singole istituzioni scolastiche di collaborare in relazione a logistica e capitale umano da impiegare. Allargare più possibile utenza. Maggiore sarà il coinvolgimento e maggiore sarà il risultato».

Iniziative che saranno assunte: «allestire una sede, acquisto di mobili e strumenti per favorire crescita degli studenti e avviarli al proprio progetto di vita».