COSENZA – L’Azienda ospedaliera di Cosenza nell’anno 2022 ha registrato una perdita di esercizio di euro 25.439.786,8.
La perdita scaturisce da una diminuzione della produzione aziendale dovuta dall’emergenza Covid in quanto l’Azienda cosentina ha convertito n°150 posti letto ordinari per centro Covid.
Ciò non ha consentito la piena attività ordinaria con ripercussione nella produzione sanitaria medica e chirurgica. Ciò anche perché nell’area Nord della Calabria l’unica struttura ospedaliera che è stata costretta alla garanzia delle emergenze è stata quella di Cosenza.
«Le cause della perdita d’esercizio registrata – si nelle nel piano delle performance – sono sicuramente da ricercare nel periodo emergenziale dovuto al Covid19 nella nostra Regione ed in particolare nella Provincia di Cosenza».
In virtù di ciò, il commissario Vitaliano De Salazar è stato costretto ad adottare il cosiddetto piano di rientro (deliberazione commissario straordinario n. 434 del 31/07/2023).
Il Piano di Rientro dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza è stato previsto dal Dca N. 146 del 9.6.2023, con la quale nell’ipotesi di mancato equilibrio economico-finanziario, le Aziende del Ssr che presentano delle risultanze contabili del 2022 uno scostamento tra costi e ricavi da remunerazione delle attività e delle funzioni pari o superiori al 10% dei suddetti ricavi, o in valore assoluto pari ad almeno 10 milioni di euro, saranno tenute a presentare un Piano di Efficientamento e di riqualificazione di durata non superiore al Programma Operativo 2022/2025, e comunque non superiore al triennio, da trasmettere alla struttura commissariale entro trenta giorni dall’adozione del bilancio consuntivo 2022.
«Questa azienda – si legge nel provvedimento di rientro – sta provvedendo, in questa prima fase, ad un severo ed attento lavoro finalizzato all’aumento della produzione, con un obiettivo prudenziale 2023 pari a un aumento di 8 milioni di euro.
Seguirà dal gennaio 2024 un massiccio piano di contenimento dei costi con il riavvio di tutte le gare per acquisione di beni e servizi scaduti ed in scadenza.
L’analisi dei costi di produzione ha messo in evidenza una carente programmazione del triennio precedente che ha comportato un aumento della spesa dei farmaci e presidi.
Non dimeno si ribadisce l’urgenza, già trasmessa, di investimenti in conto capitale pari a circa 4 milioni di euro riguardanti la manutenzione ordinaria e straordinaria».
In ultimo si parla di un «doveroso ribaltamento dei costi derivante dalle inappropriatezze del territorio che comportano occupazione diseconomica dei posti letto».