Il gancio dell'altalena rotto

AMANTEA (Cs) – A distanza di nove giorni dall’inaugurazione del Parco giochi per bambini sul lungomare cittadino, ecco registrato il primo problema: qualcuno ha rotto un’altalena.

Che sia accaduto volontariamente o meno, sul social si è scatenata una polemica che ha fatto registrare la presa di posizione di tanti cittadini, molti dei quali hanno ricordato di aver chiesto a più riprese alle istituzioni preposte di riattivare il sistema di videosorveglianza per tenere sotto controllo i beni pubblici, ma anche per risolvere definitivamente il problema dell’abbandono dei rifiuti ovunque sul territorio.

Ad ogni modo, per quanto concerne le giostrine, più di un amanteano si è ritrovato ad osservare ragazzi un pò più grandi dell’età prevista per andare in altalena richiamandoli all’ordine ma ottenendo per tutta risposta frasi volgari.
Anche il noto chirurgo amantea, Francesco Caruso, ha denunciato come «purtroppo giusto ieri (ma non solo) con la mia famiglia ci siamo imbattuti in una serie di maleducati (figli e genitori/accompagnatori), per citare qualcuno e senza fare body shaming, grandi e grossi, che utilizzavano “a scassare” le altalene, e giocavano a pallonate in mezzo ai bambini. Gli ho preso il pallone una volta e gli ho detto di andare a giocare da in altra parte».
I ragazzi hanno detto va bene, «sono andati dai genitori, che gli hanno detto grosso modo “continuate a giocare e se vi dicono qualcosa mandateli affan….lo”. Loro hanno ricominciato, e noi siamo andati via. Non li conosco, per cui presumo che si tratti di turista ma di bassissima lega, della quale Amantea tranquillamente potrebbe fare a meno. Purtroppo senza controlli, questa gentaglia, armata di tantissima arroganza, fa quel che vuole, e di certo non possiamo alzare le mani a questi inutili e dannosi genitori in mezzo ai bambini…. O no?».
Insomma, di sicuro servono controlli sul territorio e la videeosorveglianza – come ampiamente dimostrato in passato – potrebbe essere un ottimo deterrente all’illegalità.
stefaniasapienza@calabriainchieste.it