PAOLA (Cs) – L’avvocato Sabrina Mannarino, consigliere regionale di Fratelli d’Italia e membro della commissione regionale Sanità interviene sulle diverse aggressioni registrate in queste settimane presso gli Ospedali del Tirreno.
«Nei giorni scorsi, presso l’Ospedale di Paola – ricorda la Mannarino – un medico del 118 è stato malmenato dal figlio di un paziente che pretendeva il ricovero del padre, nonostante il sanitario non lo ritenesse necessario. Il medico aggredito ha riportato una prognosi di dieci giorni».
Un altro episodio è accaduto «presso l’Ospedale di Praia a Mare: un medico e un’infermiera, in servizio presso il Pronto Soccorso, sono stati aggrediti da una turista. L’infermiera è stata strattonata, tirata per i capelli e coperta di sputi».
Ancora, nella notte, «un paziente si è recato presso il Pronto Soccorso di Paola, riferendo di essere stato aggredito, ma portando seco uno zaino contenente alcol, droga e un coltello con lama di 7 cm, i sanitari sono stati costretti a chiamare le forze dell’ordine».
Tali episodi di aggressione fisica e verbale a medici ed infermieri «non sono più ammissibili, anche perché la violenza genera violenza. Al personale Sanitario vorrei esprimere tutta la mia solidarietà e vicinanza».
La salvaguardia di chi lavora nella sanità «è essenziale per garantire sicurezza delle cure e qualità ai pazienti. Al diritto del cittadino di ricevere le cure per la salute corrisponde il dovere del paziente di rispettare il luogo di cura e il lavoro del personale sanitario».
Occorre, per Mannarino «perseguire questi reati ma è anche necessario prevenirli. Tali fenomeni di violenza inaudita, considerato il luogo dove vengono consumati, possono essere evitati mediante la diffusione della cultura del rispetto. La violenza non si giustifica, ma per prevenirla, è necessario comprenderne e rimuoverne i fattori scatenanti».
Da una parte «il disagio dei pazienti, terrorizzati da una paventata e sbandierata inadeguatezza delle cure, dall’altra il disagio del personale sanitario stremato dalla carenza di organico e dai turni incessanti; nel mezzo, ci sono le esternazioni, anche attraverso i social, di chi vuole introdurre il reato di opinione, scegliendo le più brutte parole, usate per condannare chi non è d’accordo con ciò che loro affermano».
Esternazioni di chi «vuole mantenere a tutti i costi il primato della verità. Chi dissente dallo spartito e chi non si accoda alla protesta, è messo a tacere con modi e parole brutali. Se si ha un’opinione diversa si è tacciati da collaborazionisti e inesperti o da soggetti che non possono avere un’ idea propria, un fatto inaccettabile in una democrazia. In questa fase così delicata, di grande crisi di tutto il Ssn, che riguarda l’Italia intera e non solo la Calabria, è necessario comprendere che siamo tutti dalla stessa parte e che tutti dobbiamo contribuire a far sì che la situazione migliori. La violenza, fisica e verbale, non è mai la soluzione perchè chi aggredisce un medico aggredisce se stesso».
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