TORINO
«Vi siete divertiti? Ora mi diverto io». Leo Modaffari, amministratore di condominio arrestato per tentato omicidio a Torino, avrebbe rivolto queste parole a Eugenio Musolino, avvocato. Poi avrebbe tentato di dare fuoco al suo interlocutore, nonché suo ex legale in passato, durante l’assemblea di condominio.
Modafferi, 69 anni, ha origini calabresi e in passato ha lavorato come insegnante. All’origine del gesto che lo ha portato in carcere ci sarebbe una semplice domanda rivolta all’uomo dall’avvocato. «La riunione era concitata, ma io gli ho fatto solo una semplice domanda – racconta Musolino – e lui all’improvviso ha pronunciato quelle parole e poi mi ha versato del liquido in testa. Ora sto bene ma quel gesto era chiaramente premeditato».
Modaffari amministra numerosi condomini di Torino, sia in centro che in periferia. Tra questi c’è anche il complesso in cui è avvenuto l’episodio che lo ha portato in carcere. Musolino rappresenta gli inquilini e l’assemblea – svoltasi nei locali di un bar dismesso – doveva servire per regolare i conti. Modaffari, infatti, viene accusato di cattiva gestione dagli inquilini e la riunione doveva decretarne la revoca.
«Quella sera era particolarmente tranquillo. Mi sono messo a verbalizzare e lui ha detto “scrivete quello che volete”. Era dietro di me, io seduto. Ho sentito un liquido colloso che mi scivolava sul collo, e due condomini che mi gridavano di spostarmi. Mi sono girato e c’era lui con l’accendino in mano: sono fortunato a essere vivo, sono vivo per miracolo».
Non ci è riuscito perché «mi sono fatto coraggio e ho tappato con la mia mano l’accendino. Se no, a quest’ora, sarei morto». Nei giorni scorsi, davanti al gip Stefano Vitelli, si è svolta l’udienza di convalida dell’arresto, eseguito dai carabinieri.
La pm Patrizia Gambardella, che coordina l’indagine, ha chiesto la misura del carcere per l’aggressore, che ha precedenti di polizia. E il giudice ha convalidato l’arresto.