PAOLA (Cs) – «E’ singolare che alcuni sindaci ed amministratori della costa tirrenica non siano preoccupati dal depotenziamento dell’ospedale di Paola, in vista di un ipotetico ospedale “unico” realizzabile ottimisticamente e solo se le cose dovessero andare per il verso giusto in non meno di una decina di anni, lasciando nel frattempo sguarnita di servizi essenziali la sanità del territorio».
E’ quanto afferma Elmo Mannarino, originario di Paola, professore ordinario di medicina Interna all’Università degli Studi di Perugia.
Fonte autorevolissima, il professor Mannarino ricorda a quanti, in queste settimane, parlano di ospedale unico, verosimilmente per tentare di far passare in secondo piano la pianificata spoliazione del presidio “San Francesco di Paola” ad opera della politica regionale, che si tratta di pura utopia.
E, intanto, il territorio resterebbe privato di servizi essenziali.
«Nel nostro Paese tra la progettazione e il pieno funzionamento di un nuovo ospedale – evidenzia, entrando più nel merito – ci vogliono mediamente una ventina di anni! Un ospedale “unico” per il territorio paolano sarebbe soltanto un’utopia, peraltro non prevista dal piano e dalla programmazione ospedaliera regionale, priva di finanziamenti ad hoc e di difficile condivisa ubicazione», spiega il professor Mannarino.
«Per la soluzione della drammatica situazione ospedaliera non serve scrivere un libro dei sogni! La proposta della costruzione di un ospedale “unico” sembra soltanto un modo per eludere il problema, senza doversi compromettere in una scelta di campo. Un modo per non affrontare il problema, rinviandolo con ulteriori disagi per i pazienti del territorio», denuncia, demolendo in un sol colpo le tesi politiche di rappresentanti del territorio legati al centrodestra.
«Alle comunità paolana e a quelle dei comuni limitrofi per risolvere la drammatica situazione ospedaliera servono solo proposte concrete realizzabili in tempi ragionevoli e compatibili con le risorse finanziarie disponibili. Sarebbe questo l’unico modo per evitare lo smantellamento dei reparti oggi funzionanti», aggiunge Mannarino.
«Con un modesto investimento – conclude – è possibile adeguare al meglio ed in sicurezza la chirurgia di Paola, senza penalizzazioni per la popolazione costretta a rivolgersi altrove anche per problemi chirurgici di bassa complessità».