SERRA D’AIELLO (Cs) – Ieri sera si è tenuta a Serra d’Aiello la presentazione del libro del Dott. Maurizio Cannatà edito da Rubbettino e intitolato “TEMESA il mito e la storia, nella Piazza “Racchio” del piccolo Borgo.
Alla presentazione hanno partecipato il Sindaco di Serra D’Aiello, Antonio Cuglietta, il Prof. Fabrizio Mollo dell’Università di Messina, l’autore del libro Dott. Cannatà, la D.ssa Margherita Perri dell’Università della Calabria nonché lo stesso editore dott. Florindo Rubbettino.
«Emozionante è stato, prima di entrare nel merito della presentazione stessa – ha riferito in merito l’ex sindacalista Walter Giampà – il ricordo del compianto Prof. Francesco La Torre, del gruppo Alibas di Serra D’Aiello che con il loro impegno e la loro passione hanno dato un impulso notevole allo sviluppo della ricerca scientifica ed archeologica dell’antica Temesa. E’ stato ricordato con grande affetto Peppe Marchese profondo conoscitore delle problematiche Temesine».
Dalla presentazione «è stato subito chiara, per la qualità degli interventi dei relatori nonché dell’autore stesso, che Temesa non è solo un mito ma ha rappresentato e rappresenta anche un insediamento ben definito nella stessa “Odissea” di Omero sul territorio del Tirreno Cosentino e situato tra i Fiumi Savuto ed Oliva fino all’entroterra che arriva a Serra D’Aiello».
E’ stata più volte richiamata «l’importanza dell’antica Temesa e quindi lo spirito identitario sul quale sarebbe importante costruire il possibile sviluppo di un comprensorio che potrebbe rappresentare un futuro possibile per le generazioni attuali ma soprattutto quelle che verranno».
Vanno pertanto «implementati i lavori di ricerca e di scavi nei siti già censiti tra Campora San Giovanni e Serra d’Aeillo con un progetto complessivo di recupero di tutto il patrimonio archeologico».
In sostanza una serata, quella di ieri, «nella quale si sono confermate, attraverso percorsi scientifici di raccolta dati, tutte le potenzialità a disposizione del comprensorio che non possono essere abbandonate a se steste ma devono diventare patrimonio delle comunità che su di esso insistono».
Unica nota dolente, «che mi permetterete di aggiungere, l’assenza di quanti sarebbero dovuti essere presenti in prima fila ma non lo hanno fatto per una evidente mancanza di sensibilità politica, dovuta, forse alla comfort-zone che dall’inizio dell’anno si sono ritagliati, ma questo è un aspetto da approfondire nei tempi e luoghi più adeguati».
stefaniasapienza@calabriainchieste.it