LOCRI (Rc) – Con l’evento “’Mbiviti n’attra…poesia” cala il sipario su “Parole di sera. Narrazioni in riva la mare”, rassegna culturale promossa della Sezione Lega navale di Locri, che ha visto l’avvicendarsi di prestigiosi personaggi della cultura italiana e internazionale.
Di scena domani sera, tra musica e poesia, il “Gruppo Spontaneo di Bovalino” con l’ensemble di violoncelli “SfraCellos”. Sarà il mare ad ispirare gli artisti, che declameranno i propri componimenti ognuno nel proprio dialetto di provenienza geografica calabrese.
Si chiude domani sera la stagione estiva degli eventi culturali organizzati dalla Lega Navale Italiana – Sezione di Locri, presieduta da Arturo Guida.
“Parole di sera. Narrazioni in riva la mare”, condotta da Mara Rechichi e organizzata da Anna Rita Esposito, col patrocinio della Città di Locri e in collaborazione con Edicolè, in poco tempo ha trovato un grande riscontro di pubblico divenendo sin dal suo esordio un punto di riferimento dell’estate locrese.
Oggi, giovedì 24 agosto alle 21.00, la rassegna si chiuderà con una serata di musica e poesia. Ritorna infatti la manifestazione “’Mbiviti n’attra…poesia” in edizione speciale estiva in riva al mare.
La serata, presentata da Mara Rechichi, vedrà in scena alcune performance teatrali del Gruppo Spontaneo di Bovalino, guidate dal regista Pino Ammendolea, a cui si alterneranno, tra le musiche dei violoncelli degli “SfraCellos” diretti dal maestro Giovanni Curinga, i versi ironici e propositivi di Renata Ceravolo, Giovanni Ruffo, Armando Panetta, Marianna Frammartino, Pino Macrì, Tito Truglia, Marco Mittica, Gianni Favasuli, Enzo Marzano.
Alla base del progetto, nato nel 2012 da un’idea di Mara Rechichi, Marianna Frammartino, Rocco Nassi ed Enzo Marzano, vi è una concezione condivisa dei rapporti sociali, tra alcuni poeti calabresi, che si propone di intaccare lo stereotipo consolidato della “lamentela” quale sentimento ricorrente nei versi vernacolari.
Lo spettacolo intende dare massima espressione ad un modo genuino e profondo di utilizzare il dialetto in modo da rappresentare il genio artistico che va oltre una riproduzione convulsa e incline al pessimismo.
A guidare l’ispirazione degli artisti, che declameranno i propri componimenti ognuno nel proprio dialetto di provenienza geografica calabrese, stavolta sarà il mare, con le sue storie, le sue insidie, le sue meraviglie, i suoi doni.