AMANTEA (Cs) – La consigliera comunale di minoranza, e capogruppo di “Per Amantea”, Emilia Di Tanna, che ha da sempre cercato di sensibilizzare il consiglio comunale tutto sui temi della pericolosa deriva d’odio creata soprattutto da particolari utenti social, ha presentato una proposta di Mozione, sulla quale chiederà la firma e l’adesione di tutti i consiglieri comunali.
Con il documento viene chiesto l’impegno del Sindaco e della Giunta comunale ad inserire all’O.d.G. del prossimo Consiglio la necessaria “Discussione sull’uso del linguaggio sessista da parte di pubblici ufficiali” e l’istituzione della Commissione “Pari opportunità e parità di genere”.
In tal senso, la consigliera Di Tannna ha già protocollato, N 00040867, la proposta di Mozione in data 21 agosto 2023.
Nel documento, è stato evidenziato: «Nell’ultimo periodo diversi saggi critici, studi ed approfondimenti di filosofia del linguaggio ed articoli richiamano una attenzione sempre più marcata e necessaria, dal punto di vista anche giuridico, all’uso del linguaggio, soprattutto di personaggi pubblici, in situazioni di tipo sia pubblico che privato, sia orale che scritto e soprattutto sulle pagine social».
L’obiettivo dichiarato è quello di «risvegliare l’attenzione sulla deriva maschilista e sessista che ormai attanaglia conversazioni di cittadini pubblici e privati, ma soprattutto che dilaga sulle pagine social, di profili reali o fake, di persone che svolgono un ruolo importante all’interno dei più disparati organismi pubblici, culturali, giornalistici, ecc».
Il linguaggio «è lo specchio della nostra società, delle regole che la governano, dei rapporti e delle caratteristiche più profonde che la costituiscono, e le modalità di espressione contribuiscono a caratterizzare e a forgiare le idee e i modelli di riferimento della società stessa»
L’azione discriminatoria del linguaggio «è generalmente sottovalutata o comunemente accettata, e spesso si accetta l’uso di espressioni sessiste solo perché esse sono ormai considerate “comuni” o, addirittura, erroneamente reputate frutto di vere e proprie regole grammaticali o, in ogni caso, perché percepite dalla consuetudine come prive di connotazione offensiva».
Non solo nel parlare della vita di tutti i giorni, «ma anche nei libri di testo, nei dizionari, sui giornali, nelle dichiarazioni rilasciate da esponenti politici e figure pubbliche – che dovrebbero essere dei modelli positivi -, si registrano frequentemente un uso improprio e sessista della lingua, una grande disattenzione circa le conseguenze dell’uso di un linguaggio discriminatorio, nonché atteggiamenti accompagnati da un certo fastidio ad adottare una terminologia rispettosa del principio di parità tra uomo e donna e rispondente alla differenza di genere»
E, ancora: «Quando una donna esce dalla dimensione privata, che le definizioni dei dizionari vorrebbero imporre o, comunque suggerire, e propone un diverso modello femminile, essa è generalmente fatta oggetto di attacchi e critiche, fondate sugli stereotipi sociali più arcaici, dei quali le espressioni sessiste sono conferma e indicatore».
Evidentemente «una donna in ruoli di riferimento, in politica o in qualsiasi altro settore della vita pubblica, continua a suscitare sconcerto – come dichiara la presidente della Commissione Regionale Pari Opportunità della Toscana Francesca Basanieri, secondo la quale – questo succede perché, in Italia, ancora oggi, è presente e viva una cultura sessista pronta a esprimere la violenza contro le donne anche sul piano verbale. E come sempre è il corpo delle donne a farne le spese: quando si vuole insultare una donna non si discutono le sue idee, il suo atteggiamento, le sue capacità, ma si attacca il suo aspetto fisico come unico elemento qualificante o si usano verbi che rimandano all’uso sessuale del corpo delle donne in maniera volgare (come, ad esempio, il verbo “scopare” usato attraverso il gioco della doppia significazione)».
Considerato
«Quanto scritto dal primo cittadino del Comune di Amantea in data 19 agosto c.a. – che con una superficialità estrema usa la lingua italiana ed i segni di interpunzione con doppi sensi inaccettabili – e letto come commento ad un legittimo post sul profilo facebook dell’Assessora Maria Mendicino, e anche scritto da alcune cittadine, notoriamente “vicine” al sindaco, che non riescono a contenere gli istinti verbali», per questi motivi
«Il Consiglio comunale impegna il Sindaco e la Giunta comunale a: Inserire all’Ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale il seguente punto “Discussione sull’uso del linguaggio sessista da parte di pubblici ufficiali”; istituire la Commissione “Pari opportunità e parità di genere”»
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