CASSANO ALLO IONIO – Il movimento Articolo 21 interviene sul tema delle benemerenze e delle intitolazioni promosse dall’Ente locale, di cui è sindaco Giovanni Papasso.
«Al countdown finale restano circa 300 giorni ed anche se le si impegnassero tutte a distribuire benemerenze ed intitolazioni, non si riuscirebbe a far ripartire questo paese che ha bisogno completamente di altro», hanno esordito i componenti di Articolo 21.
Dopo che «si è superato ogni sorte di record e limite con l’ Autobenemerenza, ora si è arrivati al punto di concederla a chiunque, sviando quasi il vero motivo per le quali sono state ideate. Il primo criterio per attribuire una benemerenza dovrebbe essere quella di conferirla a “chi ha dato” al nostro paese e non certamente “a chi ha preso”».
Addirittura, da qualche tempo, «si è pensato di destinarle anche all’esterno del Comune ed il motivo non può che risiedere nella spasmodica ricerca di coperture ed ammiccamenti con evidenti fini elettorali, perché è evidente che ormai il Primo Cittadino sia in campagna elettorale perenne».
A tal proposito, «consiglieremmo ai destinatari che non hanno avuto mai attinenza con il nostro territorio, di sottrarsi a questa logica clientelare e di apparenza. Almeno che non sono organici all’andazzo che con forza ci sentiamo di non condividere».
E, ancora: «Ci meraviglia che un uomo che dice di appartenere alla sinistra, e peggio ancora al Partito Socialista ( che ha fatto della figura del lavoratore l’ideale principale), non ricordi mai la dedizione e la professionalità di un operaio».
A proposito di ciò, «ne suggeriamo una benemerenza alla memoria di un dipendente comunale, sempre leale e mai servile con tutte le Amministrazioni, impegnato nel sociale ed ottimo organizzatore di momenti di allegria, garantendo impegno e risorse dirette: Francesco Praino che, addirittura con soldi suoi provvedeva , ai tempi del dissesto finanziario, al rifornimento dei mezzi del comune».
La storia si vive attraverso «testimonianze vere e soprattutto con il ricordo di chi, senza lucro e senza fini, ha servito il nostro paese. Ed oggi, se in alcuni settori possiamo vantarcene, gran parte è merito loro. Chi le ignora, perché non le conosce, ha bisogno di richiami ridondandi che ne giustificano la megalomania».
Come non ricordare, poi «Armando, Mario ed Osvaldo Gatto che si sono spesi per lo sport oppure i Farmacisti Bruno e La Rocca. Così come gli imprenditori F.lli Fasanella, Attilio , Albino, Battista , Luigi e Mario che, oltre all’instancabile passione, garantivano un solido sostegno economico. E tutti i campioni da Cosimo Selvaggi, Franco Lione ed Angelo Battaglia per il calcio e per il ciclismo tanta riconoscenza va tributata ai F.lli Mimì e Salvatore Adduci».
Così come «i religiosi don Peppino Campana e don Giacinto Bruno che hanno speso la loro intera vita a formare classi di giovani generazioni. Queste storie sarebbero testimonianze e veicolo per le nuove generazioni così da far cogliere, alle nuove leve ed alle future classi dirigenti, il valore umano e professionale che tanti figli di Cassano c’hanno lasciato in dono».
Infine: «Altro che Pantani, con tutto il rispetto. C’è chi, nella nostra Cassano ha scritto la storia, affiancando alla passione, l’enorme senso di appartenenza a questa terra, ed è grazie alla loro tenacia che oggi possiamo raccontare tante belle storie».
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