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«Portare a scuola le chat dello stupro»: proposta di Fiorella Mannoia dopo il caso di Palermo

L'artista è intervenuta con una denuncia sullo stupro di gruppo avvenuto a Palermo ai danni di una 19enne

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LECCE – “Portare a scuola le chat dello stupro”, è la proposta di Fiorella Mannoia. “Donne è il momento di alzare veramente la voce perché siamo arrivati a un limite massimo”.

Lo ha detto una tra le più grandi interpreti della canzone italiana grande che si esibirà a “La Notte della Taranta”, Fiorella Mannoia, a margine della conferenza stampa di presentazione del concerto di domani a Melpignano, in provincia di Lecce, in merito allo stupro di gruppo avvenuto a Palermo ai danni di una 19enne.

«Mi sono interrogata se, dopo aver letto quelle chat, fosse il caso di pubblicarle. Lo faccio, non lo faccio, le pubblico o non le pubblico? Mi sono chiesta. Ho deciso di pubblicarle nelle mie pagine perché si possa capire a fondo quali sono le motivazioni, se ci sono e non ci sono, che spingono dei giovani a comportarsi in questo modo, ad accanirsi così tanto sul corpo di una donna. Allora ho deciso che forse quelle chat dovrebbero essere portate nelle scuole».

«Perché – ha spiegato – un conto è dire ‘hanno violentato un’altra e ci dispiace’, un conto è leggere quello che sono stati capaci di dire loro, che poi saranno le stesse parole che dicono anche gli altri quando succedono queste cose terribili – sottolinea Fiorella Mannoia – che sono stupri da branco».

«Sul palco della Taranta non dirò quello che sto dicendo ora perché è una serata di festa, però ci tengo, prima di cantare ‘Fimmine fimmine’, a dire due parole, a sottolineare quello che vi ho spiegato – ha continuato parlando ai giornalisti – Quella canzone si presta perché comincia proprio con “donne donne alziamo la voce” ed è il momento di alzare veramente la voce – ha concluso – perché siamo arrivati a un limite massimo».