CROTONE – Scoperti dopo 23 anni i presunti responsabili di un omicidio di ‘ndrangheta commesso nel crotonese. Stamani, i carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo del Comando provinciale di Crotone hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre persone accusate dell’omicidio, aggravato dalla premeditazione e dall’adozione del metodo mafioso, di Giuseppe Castiglione, di 34 anni, all’epoca dei fatti affiliato alla cosca Giglio – Levato – Valente, avvenuto il 29 gennaio del 2000 a Strongoli.
Si tratta di: Salvatore Giglio, 58 anni, ritenuto il capo dell’omonima cosca dominante a Strongoli e mandante del delitto; di Mario Giuseppe Fazio, di 53 anni, e di Luigi Lidonnici, 60 anni, che avrebbero partecipato materialmente all’omicidio esplodendo un colpo di pistola alla nuca della vittima e facendo poi sparire il cadavere sotterrato in un campo.
Il provvedimento, emesso dal Gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, ha recepito i risultati di una indagine condotta dai carabinieri dal giugno del 2021 al novembre del 2022, nel corso della quale sono state determinanti le dichiarazioni rese da tre collaboratori di giustizia, uno dei quali esecutore materiale del delitto, maturato nel contesto di una lotta interna al sodalizio criminale, il cui controllo si estendeva da Strongoli alle frazioni nord di Crotone.
Le investigazioni, realizzate mediante lo sviluppo di pregresse attività svolte nell’immediatezza dei fatti, in particolare intercettazioni telefoniche e tra presenti, hanno riscontrato le dichiarazioni dei collaboratori. Uno dei tre destinatari del provvedimento restrittivo era libero, un altro era già detenuto per altra causa a Nuoro e il terzo è stato rintracciato in Germania.
Per il suo arresto la polizia giudiziaria ha operato con il supporto del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, in attuazione del progetto Interpol cooperation against ‘ndrangheta, finanziato dal Dipartimento della pubblica sicurezza e finalizzato alla cattura dei latitanti italiani all’estero nonché a colpire gli interessi della ‘ndrangheta oltre confine. Nel corso dell’operazione sono anche state eseguite perquisizioni personali e domiciliari.