PAOLA (Cs) – In vista dell’udienza del 6 settembre prossimo, la Regione Calabria si è costituita al Tribunale amministrativo regionale per resistere al ricorso promosso dal “Comitato per la tutela del diritto alla salute”, patrocinato dall’avvocato Paolo Perrone, contro la riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza urgenza e delle reti tempo-dipendenti che declassa l’ospedale di Paola a stabilimento, trasferendo a Cetraro la chirurgia.
Subito un colpo di scena: la Regione Calabria smentisce se stessa. Se, infatti, aveva approvato il nuovo piano ordinando ai direttori generali dell’Asp di dare esecuzione a quanto in esso riportato, ossia al trasferimento dei reparti, adesso scrive testualmente: “… non risultando, allo stato, emesso alcun parere da parte dei competenti Tavoli ministeriali, non è configurabile alcun effettivo obbligo dei direttori generali delle ASP di attuare quanto contenuto nel decreto, essendo le prescrizioni ivi contenute inefficaci. Il ricorso è in ogni caso infondato”, si legge nella memoria a firma dell’avvocato dello Stato Ermelinda Biesuz.
La Regione, in definitiva, dice al Tar di non dare la sospensiva perché il piano è inefficace in quanto mancano i pareri – verosimilmente per scansare una possibile condanna alle spese – dando torto a quanti, per difendere a mezzo stampa le scelte di Occhiuto e compagni, ha sempre dichiarato il contrario.
«Questa si che è una bella notizia», commenta oggi Graziano Di Natale: «La Regione Calabria si accorge dell’errore e fa un passo indietro. Il Piano di Riordino della Rete Ospedaliera non è efficace perché mancano i pareri ministeriali. Ora che dovrei dire a quanti sostenevano il contrario?», dichiara l’ex consigliere regionale.