AMANTEA (Cs) – La consigliera comunale Emilia Di Tanna, capogruppo di “Per Amantea” riaccende i riflettori sul Parco giochi per bambini di Campora San Giovanni lasciato all’incuria e semidistrutto nonostante i reiterati solleciti di intervento.
«E’ stata grande e sentita la partecipazione di folla alla processione di San Francesco, Santo Patrono della città di Amantea, fortemente voluta, come da tradizione, dalla comunità Camporese», ha scritto la consigliera di opposizione.
Essere presente alla funzione religiosa «in qualità di esponente dell’amministrazione, anche se di minoranza, è stata una grande emozione e anche partecipare al momento in cui, grazie all’iniziativa del Rotary Club di Amantea e della sua Presidente, prof.ssa Olinda Suriano, è stata benedetta la prima “colonnina del pellegrino” appartenente al primo atto del progetto del “cammino di perdonanza e divinitas”. E’ stato un momento che mi ha ancora di più legata al forte sentimento che anima visibilmente tutti i partecipanti».
Tutto questo, però, «non mi ha impedito di rendermi conto della terribile condizione in cui versa ancora l’area destinata ai giochini per i bambini di Campora San Giovanni, per cui oramai non esiste più alcuna possibile giustificazione per il ritardo accumulatosi».
Arrivare sul sagrato della chiesa di Campora, «abbellito dagli addobbi floreali del carro che avrebbe portato la statua del Santo in giro per le sue vie, e rendersi conto dell’incuria perpetrata ancora nei confronti di questa comunità, anche dopo le richieste del gruppo “Cambiamo Rotta”, che, nonostante il garbo, sono rimaste incredibilmente inascoltate, mi ha motivata a riportare sotto i riflettori delle coscienze di ognuno degli appartenenti a questa maggioranza questa vergogna».
Per la Di tanna «è ora di mettere fine in brevissimo tempo a questa pagliacciata degli “impedimenti tecnici”. Se il problema, come sappiamo, è di natura economica e non puramente tecnica, restituite la mensilità di agosto e non intascate quella di settembre e pagate direttamente i lavori per poter permettere ai bambini di Campora San Giovanni di giocare liberamente, com’è loro sacrosanto diritto».
Campora San Giovanni «non può essere trattata diversamente rispetto ad Amantea, e i suoi figli hanno gli stessi diritti dei bambini di Amantea. Campora è una comunità ferita, ancor di più oggi, e ha diritto all’ascolto».
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