COSENZA – Sabato 2 settembre ha preso il via la nuova stagione venatoria.
Le date di pre-apertura sono: 2, 3, 9, 10, 13 e 14 settembre, mentre l’apertura generale è fissata per la 3^ domenica di settembre.
«Finalmente ci ritroviamo nella nuova stagione che ci deve vedere protagonisti, dopo un lungo periodo costellato di problemi e ostacoli. Tante le aspettative dei seguaci di Sant’Uberto, ma soprattutto tante sono anche le incertezze, dovute per una serie di problematiche che abbiamo cercato di superare, ma che sempre si potranno manifestare non appena si “abbassa” la guardia», fa sapere in una nota la Segreteria Provinciale di Cosenza della Associazione Nazionale Libera Caccia, guidata da Francesco Rizzuto.
«Il problema senza dubbio più significativo è quello riguardante i cinghiali per il crescente numero della specie su tutto il territorio. Sono, infatti, notevoli i problemi che provocano alle colture agricole e non solo, con conseguenti forti ripercussioni alla nostra economia. Per di più c’è da aggiungere il rischio di espansione della Pesta Suina Africana (PSA), malattia virale che da qualche mese interessa anche la nostra regione».
«Questa prolificazione della specie cosı̀ significativa è dovuta soprattuttto ai troppi territori preclusi alla caccia nella nostra provincia, in quanto sede di ben due Parchi Nazionali. Quest’ultimi, per la loro estensione spropositata, sono diventati luoghi di incremento continuo di selvatici, non più controllabili dall’uomo. L’estremismo ambientalista/animalista si è rivelato una piaga, che dopo anni, sta dando i suoi frutti nel peggior modo che si poteva immaginare».
Le proposte della Libera Caccia per affrontare tale problema sono:
– che la caccia al cinghiale sia svolta particolarmente in battuta su tutto il territorio, e non solo nei tre mesi consentiti;
– che la Caccia sia svolta dalla 3^ domenica di settembre, perché il cinghiale è animale stanziale (addirittura visto il suo continuo proliferare è necessaria un’apertura anticipata), fino al 31 gennaio, in quanto le femmine sono per la maggior parte già gravide, e quindi se ne potrebbe ridurre un ulteriore aumento;
– che la caccia di selezione non è affatto sufficiente per tale contenimento, in quanto gli abbattimenti sono legati, di solito, ad uno o massimo due capi ad appostamento e non sempre si hanno dei risultati confortanti. Tra l’altro, non abbiamo mai condiviso l’utilizzo di tale metodo in quanto non confacente al sistema di caccia tradizione in battuta;
– che la Caccia al cinghiale deve essere prerogativa esclusiva, in modo particolare, alle squadre che conoscono il territorio e che a battuta, riescono a raggiungere un discreto numero di abbattimenti;
– che si faccia pressione con l’attuale Governo, con tutte le forze presenti sul territorio, soprattutto quelle agricole, affinché venga modificata la legge 157/92, ormai obsoleta e non più al passo coi tempi, soprattutto per la caccia al cinghiale, lasciando sempre più opportunità di battuta alle squadre per la risoluzione di questa emergenza e per il contenimento della PSA.
«Altra annosa problematica – tuona il Presidente dell’associazione, Rizzuto – è quella della gestione degli AA.TT.C.. Mentre nel CS1 e nel CS2 non si registrano note di particolare rilievo, nell’ATC CS3 la gestione è fallimentare sotto ogni aspetto.
Solo negli ultimi mesi abbiamo assistito alla rivolta dei lepraioli, dei capo-caccia delle squadre di cinghialai e finanche di diversi Sindaci del comprensorio.
I primi, a causa di un “Progetto sperimentale sulla lepre” che voleva limitare la caccia a questo selvatico, passando da itinerante in forma individuale a squadre in territori fissi ben definiti, riducendo il lepraiolo negli spostamenti e negli spazi a lui naturali per l’esercizio di questo tipo di caccia. Grazie al nostro intervento siamo riusciti a scongiurare questa sciagura che sarebbe stata unica in Italia e non solo.
Le squadre dei cinghialai perché rivendicano, giustamente, che sia data maggiore attenzione alla loro attività rispetto a quella che invece viene data ai cacciatori di selezione, senza subire vessazioni ed accanimenti di ogni tipo come l’introduzione di nuovi regolamenti e procedure sempre più complicate e contorte.
I Sindaci, infine, perché lasciati soli nella triste realtà di gestione del territorio, a subire le proteste degli agricoltori e di tanti cittadini esasperati per la presenza di cinghiali fino alle porte di casa.
Un’ATC che si è interessato esclusivamente a formare cacciatori di selezione e selecontrollori e chi più ne ha più ne metta, quasi a pareggiare il numero totale dei cacciatori stessi. Come se i problemi si risolvessero organizzando Corsi su Corsi.
Ebbene, adesso il tempo è scaduto e qualcuno deve farsi da parte, perché ha fatto ben oltre i suoi mandati, affinché si possa avere finalmente una svolta democratica, efficiente e competente.
E’ indispensabile risollevare questo ambito dalle ceneri che ha lasciato e per questo chiedo l’impegno di tutte le forze che costituiranno il prossimo Comitato di Gestione. I cacciatori dell’ambito cosentino ne hanno veramente bisogno, ma soprattutto se lo meritano! Tra di loro serpeggia una voglia di riscatto, una voglia di democrazia, una voglia di libertà. Libertà che gli è stata privata per tanti anni.
E’ doveroso fare un plauso particolare all’assessore Regionale Gianluca Gallo – dichiara il Presidente Provinciale – con il quale c’è un dialogo costante, costruttivo e cordiale, volto alla collaborazione più assoluta a tutela delle esigenze venatorie, legate all’ambiente e all’agricoltura. E’ indispensabile che si effettuano degli interventi gestionali validi e soprattutto maggiore incisività per il rilancio di un settore che è rilevante anche sotto l’aspetto economico della nostra Regione.
All’assessore Gallo chiediamo di:
– prevedere la modifica della Legge Regionale n. 9/96;
– approvare il nuovo Piano Faunistico Venatorio Regionale;
– avviare al più presto le procedure per il rinnovo degli Ambiti Territoriali di Caccia in scadenza di mandato, snellendo i Comitati di Gestione degli AA.TT.C. alla metà dei componenti rispetto a quelli attuali (da 20 a 10), cosa che consentirebbe meno burocrazia ed un evidente risparmio di spesa;
– costituire l’Osservatorio Faunistico Regionale, che sarebbe un organo di consultazione utilissimo ai fini della stesura dei Calendari Venatori e di gestione del territorio a fini faunistici, bypassando in taluni casi anche l’ISPRA;
– riordinare il Dipartimento Agricoltura della Regione, con meno burocrazia e maggiori servizi agli utenti, oltre che creare un sistema di comunicazione più chiaro, preciso e puntale verso le associazioni di categoria;
– approvare nei prossimi disciplinari per la caccia al cinghiale un sistema di assegnazione delle zone per la caccia al cinghiale più equo e imparziale, con regole vincolanti che diano meno libertà alla fantasia di alcuni Presidenti di AA.TT.C.;
– mettere in condizione agli AA.TT.C. di poter effettuare ripopolamenti faunistici più incisivi, rispettando tempi e qualità e nello stesso tempo attuare un controllo sugli stessi in maniera incisiva ed intervenendo con provvedimenti adeguati qualora vengano registrate delle anomalie gestionali;
– attuare un coordinamento efficace della Vigilanza Venatoria, necessaria ed indispensabile per la lotta al triste fenomeno del bracconaggio;
– rilanciare il settore Pesca nelle acque interne con maggiori controlli e ripopolamenti.
– in ultimo, riguardo la distribuzione dei Tesserini Regionali presso i comuni avvenuta quest’anno con vistosi ritardi (addirittura in diversi comuni sono arrivati il giorno prima dell’apertura con conseguenti disagi per la consegna ai cacciatori), mi appello all’Assessore Gallo affinché ciò non si verifichi più.
Anche se, ad onor del vero, dopo nostra espressa richiesta di trovare una soluzione per consentire a tutti i cacciatori di poter svolgere l’attività venatoria sin dalla prima giornata, l’Assessore ci ha assicurato che, in caso fosse stato necessario, avrebbe adottato un provvedimento ad hoc».
Questo è quello che chiedono i Cacciatori, essere tutelati dalle Associazioni che li rappresentano e di avere le risposte dell’Assessore preposto che, oltre ad essere un buon amministratore nel proprio assessorato, conosce bene l’importanza che ha la Caccia sul territorio regionale, per il mantenimento dell’equilibrio della fauna selvatica, per il contenimento di malattie ed epidemie, per gli agricoltori e per l’impatto economico che ha nella nostra regione.
«Riguardo al rilascio/rinnovo dei porto d’armi da parte della Questura di Cosenza – prosegue l’associazione – quest’anno è stato registrato un dato rincuorante rispetto al recente passato. Il Vice-Questore vicario Dott. Martucci e i suoi collaboratori hanno accolto in nostro invito ed ascoltato le richieste, facendo un grosso lavoro per lo smaltimento dei mesi arretrati.
Tuttavia, non proprio tutti hanno potuto avere il porto d’armi in tempo utile per la pre-apertura. Dispiace per i cacciatori che ancora attendono e confidiamo che ciò avvenga in tempi brevi, entro l’apertura vera e propria fissata per la terza domenica di settembre. La Libera Caccia non lascerà indietro nessuno ed adotterà ogni forma di tutela in difesa dei diritti dei cacciatori, per meglio precisare dei cacciatori onesti, che intendono esercitare la loro amata passione nel rispetto delle leggi e delle regole.
Sul problema degli incendi boschivi che negli anni passati hanno devastato il nostro territorio, siamo del parere che i cacciatori, quali fruitori del sistema, con la loro esperienza dovrebbero assolvere ancor di più un ruolo di primo piano nella valorizzazione, tutela e salvaguardia del territorio.
Siamo sempre più convinti che una maggiore presenza dei cacciatori per vigilare nei boschi e nei territori a vocazione venatoria, costituirebbe un efficace deterrente verso coloro che compiono questi atti criminali. Giova ricordare che già da diversi anni i Volontari della Libera Caccia si impegnano fattivamente nell’attività di avvistamento e spegnimento degli incendi boschivi.
«Intendo ribadire -continua il Presidente ANLC – la nostra linea programmatica nazionale, che è basata in difesa della caccia, con onore e senza alcuna vergogna. La Libera Caccia, da sempre, rivendica i propri diritti a testa alta. Siamo fieri di voler con ogni determinazione una caccia libera in un territorio libero, l’incremento dei tempi di caccia e delle specie cacciabili, la riperimetrazione dei Parchi ed il loro accesso per le attività cinofile. Con grande orgoglio siamo considerati l’Unico, Vero, Sindacato dei cacciatori e lotteremo in prima linea, affinché la caccia venga considerata un bene prezioso da salvaguardare e trasmettere alle generazioni future. Un bene culturale e tradizionale ma anche tecnico, scientifico e gestionale di cui la società moderna non può farne a meno».
L’associazione conclude: «Cari cacciatori, meglio ancora, cari Liberi Cacciatori, siamo giunti a questa “apertura” e come Presidente Provinciale dell’ANLC che mi onoro di rappresentare – conclude Francesco Rizzuto – faccio un’appello di mostrare la massima attenzione e scrupolosità nell’attività venatoria. La Caccia è passione, è legame tra l’uomo e la ruralità, la Caccia è natura allo stato puro; siate prudenti, rispettate le leggi e state vicini agli agricoltori, nostri amici».
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