CATANZARO – Gli avvocati Francesco Izzo, Jole Le Pera e Lucia Alessandra Cittadino, in nome e per conto di studenti calabresi esclusi dalla selezione per l’accesso alla Facoltà di medicina contestano la modalità di svolgimento delle prove.
Anche in Calabra, dunque, come nel resto d’Italia, gli studenti che hanno partecipato alla selezione per l’accesso alla Facoltà di medicina, rimanendo esclusi, sono sul piede di guerra.
«L’anno 2023 ha rappresentato l’anno Zero per il test di medicina: il Ministro Bernini aveva promesso miracoli, che in realtà sono diventati incubi per i tanti giovani studenti», premettono gli avvocati.
«Circa 80mila giovani studenti, con il sogno di diventare medici – denunciano – dopo aver dedicato anni di studio alla preparazione dei test di accesso alla facoltà di Medicina, trascurando interessi, passioni e studiando anche la notte, si sono visti esclusi dalle graduatorie, con un sistema di valutazione improntato ad una assoluta approssimazione ed incertezza sui metodi e criteri di selezione.
Il Mur nel bando ha stabilito che le sessioni di esame si svolgessero nei mesi di aprile e luglio 2023, dando incarico per l’erogazione dei test al CISIA, un Consorzio Interuniversitario. Il Cisia ha poi fatto un calendario di esami articolato in varie sessioni e date.
Il nuovo criterio introdotto, novità assoluta rispetto al passato, è stato quello dell’equalizzazione, ossia l’attribuzione di un punteggio differente a seconda delle risposte date. Quindi rispetto al passato, quando ad ogni risposta esatta corrispondeva il voto di 1, quest’anno è stato tutto un terno al lotto.
Ragazzi che hanno risposto correttamente a sole 7 risposte hanno preso un voto equalizzato di 43, studenti che hanno risposto correttamente a 23 risposte hanno ottenuto un punteggio anche inferiore, senza sapere le motivazioni sottese.
Per di più sarebbe stato negato ai concorrenti, del tutto arbitrariamente, il diritto di avere copia informatica del test, con indicazione di quali fossero le domande errate e quale punteggio corrispondesse a ciascuna domanda!
Altra irregolarità è che le domande di aprile sarebbero state identiche a quelle di luglio, consentendo quindi ai più scaltri di organizzarsi imparando a memoria le risposte, rispondendo correttamente alla sessione di luglio, il tutto a discapito di chi quelle risposte non le aveva avute perché rispettoso delle regole.
Queste solo alcune delle irregolarità gravissime che gli avvocati Francesco Izzo, Jole Le Pera e Lucia Alessandro Cittadino avrebbero riscontrato ed evinto dai racconti dei tanti genitori che, dopo anni di sacrifici anche economici, hanno visto i propri figli scontrarsi con una realtà che nulla ha a che fare con uno stato di diritto».
Secondo i legali, dunque, il concorso è da considerarsi illegittimo e pertanto impugnabile immediatamente, al fine di ottenere l’immediata immatricolazione al primo anno.
«Sono già diversi i ricorsi che stiamo per depositare dinanzi al Tar del Lazio – spiegano per ottenere l’immatricolazione immediata nella sede indicata come prima scelta. Il diritto allo studio è garantito dalla Costituzione e mai come questa volta ci vedrà uniti per ottenere che venga rispettato e che le aspettative di tanti giovani studenti non vengano disattese”, questo quanto dichiarato dai legali che stanno già seguendo numerosissimi casi sottoposti alla loro attenzione», concludono i tre professionisti.