CATANZARO – «Dopo aver visto sfumare (si spera solo per il momento) il sogno della stabilizzazione, molti dei quattromila Tirocinanti calabresi, hanno trascorso l’estate senza ricevere l’accredito delle competenze maturate per il bimestre di attività, anche se finalmente pare si stiano per liquidare le somme dovute».

«Questa è una delle tante storture della misura di “sostegno” destinata a questi lavoratori che, nell’ombra, prestano la loro indispensabile attività al servizio degli Enti locali della Regione Calabria, garantendone il buon funzionamento e  senza avere riconosciuto alcun diritto, nemmeno quello di avere ferie o malattia».

La denuncia è di Emilio De Bartolo, segretario regionale di Italia del Meridione, Carmela Corvo (tirocinante) della direzione regionale Idm e Serena Varano (tirocinante), segretaria cittadina Idm Catanzaro.

«L’estate è finita – aggiungono – e molti di loro hanno dovuto trascorrerla “al verde” a causa di un intoppo burocratico che non ha consentito il trasferimento all’Inps (ente pagatore) dei fondi necessari e già destinati alla misura di sostegno. Tutto ciò si aggiunge ad una situazione già difficile in cui i pagamenti avvengono ogni tre mesi.

Come Italia del Meridione ci siamo già interessati più volte di questa vicenda e, rispetto a questa questione, chiediamo che, in vista dell’ulteriore proroga della convenzione, per la cui definizione bisogna trovare altri 25 milioni oltre ai 5 già nella disponibilità della Regione stanziati dal Governo e nelle more che la vicenda della contrattualizzazione trovi celermente la sua definizione nell’iter parlamentare, venga modificata la convenzione fra Regione e INPS al fine di consentire il pagamento delle spettanze mensilmente.

Ad oggi il pagamento dei lavoratori avviene ogni due mesi, che però diventando quasi sempre tre, tra rendicontazione, passaggi di decreti e lavorazione, più i tempi della banca. Ci appelliamo al Presidente della Regione Roberto Occhiuto, che si è sempre attivato e sappiamo si sta attivando nell’interesse di questi lavoratori e degli enti presso cui prestano il loro servizio.

È quanto mai necessario ridare dignità e certezza che il lavoro sia remunerato nei giusti tempi e che finalmente venga definita in modo strutturale e non più provvisorio una questione che riguarda non solo quattromila famiglie, ma centinaia di enti locali che senza l’apporto di questi lavoratori non riuscirebbero a garantire indispensabili servizi ai cittadini».