Home Calabria “Paola negli anni del Fascismo”, il libro di Angelo e Alessandro Pagliaro...

“Paola negli anni del Fascismo”, il libro di Angelo e Alessandro Pagliaro sarà presentato lunedì a AperiLiber

I due autori del volume, Angelo e Alessandro, entrambi giornalisti originari di Paola, hanno svolto un lungo e certosino lavoro di ricerca, studio e analisi

331
0
Carlo Scorza e Maurizio Maraviglia

COSENZA – “Paola negli anni del Fascismo”, il libro scritto dal compianto Angelo Pagliaro e dal fratello Alessandro, sarà presentato lunedì 25 settembre alle ore 19 ad “AperiLiber Al Rivo63”, in via Rivocati a Cosenza.

Un ricordo di Angelo” è il titolo dell’incontro durante il quale, dopo l’introduzione dei lavori a opera dell’editore Emilio Pellegrino, dialogheranno Alessandro Pagliaro e Marco Pagliaro.

I due autori del volume, Angelo e Alessandro, entrambi giornalisti originari di Paola, hanno svolto un lungo e certosino lavoro di ricerca, studio e analisi, raccogliendo tanti documenti dell’epoca, tra cui le biografie di quei cittadini di Paola che si erano opposti al regime fascista ma negli anni erano stati “dimenticati”.

Angelo Pagliaro, laureato in scienze agrarie presso l’Università degli studi di Milano, è scomparso nel 2019. Ha pubblicato diversi libri.

Il fratello Alessandro Pagliaro, laureato in pianificazione territoriale urbanistica e ambientale, è funzionario dell’Agenzia delle Entrate ed ha collaborato con vari giornali, regionali e nazionali, dirigendo una rivista e partecipando a varie trasmissioni televisive. Attualmente scrive per I Calabresi.

Quello di lunedì è dunque un appuntamento da segnare sull’agenda, soprattutto per quanto riguarda le nuove generazioni, che devono fare tesoro di questi preziosi strumenti.

Riportiamo di seguito l’interessante introduzione del libro:

“Questo volume che ha avuto una lunga gestazione durata oltre un quindicennio, finalmente vede la luce dopo la pubblicazione di altri tre libri che indagano periodi significativi della storia di Paola.

Il primo lavoro, dato alle stampe da Pellegrini editore nel 2004, dal titolo I Dimenticati” censisce i confinati politici paolani antifascisti ed altri ribelli durante la persecuzione fascista.

Il secondo libro autoprodotto, del 2011, dal titolo “Guazzabuglio di paese”, ricostruisce minuziosamente gli scontri avvenuti a Paola il primo maggio del 1920 tra radical – massoni e socialisti da una parte e popolari dall’altra, culminati con la tragica morte di Nicola De Seta.

Mentre il terzo volume, “Paolani schedati”, anch’esso autoprodotto e pubblicato nel 2012, raccoglie i fascicoli personali di 77 antifascisti residenti a Paola, schedati nell’Archivio Centrale dello Stato – Casellario Politico Centrale. Con il presente lavoro abbiamo voluto descrivere la realtà politica e sociale della nostra cittadina nel ventennio fascista.

Al titolo originario “Il Fascismo a Paola” abbiamo preferito, “Paola negli anni del fascismo”.

Le ragioni di questa scelta vanno ricercate nell’esigenza di raccontare il periodo fascista non solo dal punto di vista politico-istituzionale, ma anche sociale.

E’ inutile nascondere le difficoltà che tale opzione ha comportato, a iniziare dall’impossibilità di acquisire testimonianze da fonti orali dirette, le quali si stanno rarefacendo sempre più a causa della progressiva scomparsa dei protagonisti e dei testimoni dell’epoca, a quella di accedere al materiale documentario in possesso di privati, per finire all’assenza di archivi comunali, di partiti, associazioni, sindacati ecc.

Da queste pagine sono stati esclusi i “racconti” tramandati, che hanno il difetto, il più delle volte, di riscrivere in maniera alterata “pezzi” di storia e “verità” non del tutto vere, ma soltanto di comodo.

Da siffatto punto di vista, Paola costituisce un esempio negativo di come la scarsa propensione da parte dei privati cittadini a mettere a disposizione dei ricercatori il materiale posseduto, possa provocare dei guasti irreparabili, creando enormi vuoti nella “memoria collettiva”, difficilmente colmabili.

Nell’esigua letteratura esistente sulla storia del Novecento paolano, si accenna alla dittatura fascista con piccoli spunti da ricercare, con qualche difficoltà, all’interno di biografie o autobiografie di personaggi “famosi” o meno noti che hanno avuto un ruolo più economico-finanziario che politico nella cittadina tirrenica.

Non è difficile leggere, in questo tipo di opere, pensieri confusi e analisi piuttosto generiche, finalizzati a sostenere che a Paola il fascismo non avrebbe prodotto i guasti che si sono registrati in altre parti d’Italia, e che in fin dei conti, la contrapposizione tra fascisti e antifascisti si è risolta soltanto con due ceffoni, qualche manganellata e la somministrazione di pochi centilitri di olio di ricino. Nulla di più falso.

Basta leggere i tre volumi già pubblicati, di cui si è accennato prima, per rendersi conto che la storia dei fascisti e degli antifascisti è stata diversa da quella raccontata sia da destra che da sinistra.

Il trasformismo delle classi dirigenti, le enormi zone d’ombra che avvolgono anche alcuni militanti della sinistra paolana, l’accomodamento delle grandi famiglie ai vari poteri e la loro capacità di adesione a tutte le situazioni favorevoli, hanno fatto di quegli uomini e donne semplici che espressero a voce alta il loro dissenso, i veri ed unici resistenti al dilagare del fascismo nella nostra città.

Tra loro si ricorda l’avvocato Raffaele De Luca, costretto dalla violenza squadrista a fuggire a Roma dove costituì l’organizzazione partigiana Bandiera Rossa, distintosi per coraggio ed efficacia nella lotta armata al nazi-fascismo.

Altre individualità come i fratelli Giacomo, Antonio e Giuseppe Bottino, Biagio Ganino, Ida ed Egisto Scarselli, Giacomo Lattari, Francesco Itria, Carlo Minervino, Leopoldo Matera ed Ernesto Trotta, pagarono di persona la loro opposizione al regime.

Dopo la Liberazione, molti di quelli che subirono violenze andarono via da Paola, senza chiedere nulla, lasciando a chi restava il compito di testimoniare l’assenza.

Non abbiamo alcun riscontro documentale circa l’esistenza di eventuali cellule di partito e/o organizzazioni strutturate clandestinamente che operarono nella cittadina tirrenica durante gli anni del fascismo, subendo attentati e ritorsioni.

Semmai alcune forme latenti di indifferenza e di resistenza al regime si poterono manifestare, peraltro tollerate da gerarchi e capi manipolo dell’epoca, nell’ottica di una pacifica convivenza paesana.

I racconti successivi, “narrati” nelle sezioni dei partiti per decenni da esponenti politici della sinistra circa l’esistenza di nuclei “eroici” che operavano in clandestinità non sono suffragati, fino ad oggi, da alcuna documentazione.

Chi realmente si oppose al fascismo a Paola fu schedato, pedinato, perseguitato, vessato e inviato al confino.

E’ stato riscontrato, al contrario, che alcuni militanti del PCI e del PSI paolani ebbero rapporti, di vario tipo, con il Partito Nazionale Fascista.

Essi non subirono in maniera determinante le restrizioni del regime, potendo svolgere liberamente le proprie attività professionali, commerciali e di pubblici dipendenti dello Stato per rimanere “protetti” al riparo di un conveniente cono d’ombra.

Il racconto di questo libro inizia con i fatti del 1° maggio del 1920 e la morte accidentale di Nicola De Seta, per attraversare tutto il ventennio, ricordando oltre la figura di Carlo Scorza, ultimo segretario del PNF, anche quella di Maurizio Maraviglia, giovane fondatore della sezione di Paola del Partito Operaio Socialista, il quale, in seguito, dopo aver rinnegato le proprie idee, aderì al movimento nazionalista.

Avvocato e docente universitario, Maurizio Maraviglia è anche noto per aver interrotto per ben quattro volte Giacomo Matteotti mentre teneva, alla Camera dei Deputati il suo ultimo discorso, che come sappiamo, purtroppo, gli costò la vita.

Nel libro si pubblicano alcuni documenti che evidenziano il difficile rapporto tra Benito Mussolini e i due noti fascisti paolani, Carlo Scorza e lo stesso Maraviglia.

Dai carteggi riservati del Duce, si evince l’alto livello di corruzione, affarismo e clientelismo diffuso tra i gerarchi, i quali utilizzavano il loro ruolo pubblico e politico quasi sempre per interessi privati.

Si elencano inoltre, in successione cronologica, le fasi salienti dell’azione politico-amministrativa dei numerosi commissari prefettizi e dei podestà che si sono succeduti nel complesso tentativo di gestire una cittadina che, come vedremo, a causa della dilagante corruzione, del familismo amorale e degli storici conflitti tra raggruppamenti di famiglie contrapposte, costituitesi con il trascorrere del tempo in vere e proprie fazioni, risulterà essere praticamente ingovernabile.

In conclusione, si accenna brevemente al fenomeno del neofascismo clandestino e ai fascisti paolani presunti aderenti al movimento. Fenomeno, questo, poco conosciuto che vide varie regioni del Sud tra cui la Calabria protagoniste di una vicenda ancora tutta da scrivere”.

Il volume è arricchito con foto e documenti inediti tra cui:

l’elenco (parziale) degli iscritti al Fascio di Paola (CS);

l’elenco definitivo degli squadristi in forza presso la Federazione di Cosenza alla data del 28-10-1940 XVIII;

  • l’elenco defascistizzanti ed epuranti Comune di Paola a cura dell’Alto commissariato aggiunto per l’epurazione, Delegazione provinciale di Cosenza;

– i fogli informativi personali (lettera C) del Partito Nazionale Fascista, Federazione dei fasci di combattimento – Cosenza – Fascio di combattimento di Paola.