REGGIO CALABRIA – Domenica 10 settembre si è svolta l’adunata dei paracadutisti in Aspromonte, concertata con l’Anpi di Reggio Calabria, presidenta dal parà Nunzio Mileto, nei luoghi del conflitto per commemorare e rendere gli onori a tutti i soldati, italiani e canadesi, caduti la mattina dell’8 settembre 1943 nella battaglia dello Zillastro.

Durante la cerimonia tangibile e toccante la commozione delle autorità presenti al cospetto del capitano di vascello Andre Boisjoli, addetto militare presso l’Ambasciata del Canada in Italia, intervenuto per concelebrare la pace e riconfermare sentimenti di fratellanza.

La cerimonia dell’alzabandiera ha evidenziato il tricolore italiano e la bandiera canadese issate su due pennoni adiacenti.

E’ stata, perciò, scoperta una lapide, appoggiata sulla Stele già eretta negli anni ’90 e dedicata ai parà della Nembo, in cui sono stati incisi i nomi dei soldati lì caduti, quelli conosciuti, dei due eserciti nemici che si fronteggiarono in Aspromonte nel faggeto “Mastrogianni”.

Italiani e canadesi, seppur nemici, entrambi combatterono perché non venissero meno al giuramento prestato alla Patria. Furono eroi da entrambi gli schieramenti e, a termine della battaglia, fratelli.

«La coscienza di un popolo si forma nel tempo attraverso la memoria del suo passato negli aspetti più nobili di cui cogliamo lo spirito e gli ideali, ereditandone l’esempio», è stato riferito.

A perenne memoria:

WEST NOVA SCOTIA REGIMENT

  • CSM Reginald Clayton Foley
  • Sgt Harold Joseph Shanks

185° REGGIMENTO DIVISIONE “NEMBO”

– Cap. Ludovico Picolli Dè Grandi

– Sgt Magg. Luigi Pappacoda

– Parà Vittorio Albanese

– C.le Serafino Martellucci

– Parà Bruno Parri

Il generale paracadutista Franco Monticone, già comandante della Folgore, fu tra i primi a conoscere il fatto d’armi e assicurò iniziative commemorative e di ricerca.

Fu sua l’idea perché si realizzasse ed erigesse una Stele, accanto a quella degli italiani, che testimoniasse il valore dei soldati canadesi caduti anch’essi nella stessa battaglia.

«Siamo noi, i sopravvissuti, a dover rispondere a voi che siete nella verità e nella luce. Voi non avete saputo niente del poi e non avete conosciuto il tempo che passa. Abbiamo piantato le vostre croci sui sentieri arsi dal fuoco e proseguiamo per la via consci che quelle croci sono sulle nostre spalle. Vi siete battuti perché la libertà fosse un bene di tutti, offrendo alla Patria l’olocausto della giovinezza. La fede è luce e non muta a ogni soffio di vento. Siete rimasti con noi nella memoria dell’amore».