REGGIO CALABRIA – Il Dipartimento per le pari opportunità del Consiglio dei ministri, in collaborazione con il Comune e la Città metropolitana di Reggio Calabria, ha organizzato l’evento
“Digitalizzazione e Smart Working per lo Sviluppo del Mezzogiorno”, tenuto nel Salone dei Lampadari “Italo Falcomatà” di Palazzo San Giorgio.
Il focus rientra tra le attività previste dal progetto “Lavoro Agile per il Futuro della PA: Pratiche innovative per la conciliazione vita-lavoro”, promosso dal dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Avviato nel 2018, è stato detto nel corso degli interventi, il progetto ha accompagnato la diffusione del lavoro agile in oltre 60 Amministrazioni pubbliche beneficiarie, prima della pandemia da Covid-19, durante le varie fasi dell’emergenza dal 2020 alla fase post emergenziale, sino al graduale rientro alla normalità.
Giunto alla fase conclusiva, il progetto ha l’obiettivo di capitalizzare quanto realizzato e appreso prima e dopo la pandemia per rendere la modalità di lavoro agile uno strumento strutturale ed innovativo sia per la pubblica amministrazione che per il benessere delle lavoratrici e dei lavoratori.
Nel corso della giornata sono presentate le esperienze delle PA locali con l’obiettivo di analizzare i percorsi realizzati e i risultati raggiunti anche in termini di sviluppo del territorio per la costruzione di un percorso condiviso con tutta la rete.
A Palazzo San Giorgio si è quindi svolto un momento di confronto tra rappresentanti delle Istituzioni coinvolte, dirigenti e funzionari pubblici, anche regionali, Camera di commercio e rappresentanti dell’imprenditoria, che ha registrato la presenza, tra gli altri, del sindaco facente funzioni della Città metropolitana Carmelo Versace, dell’assessora comunale all’Occupazione e lavoro Angela Martino e del coordinatore dell’Ufficio per le politiche delle Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, Stefano Pizzicannella.
«Da diverso tempo sosteniamo che quello della formazione dei nostri dipendenti e collaboratori, ossia quelli che vivono nel quotidiano anche le difficoltà presenti all’interno di una Pubblica amministrazione, è sempre più prioritario» ha detto Carmelo Versace.
«L’approccio al lavoro agile – ha aggiunto – coniuga spesso e volentieri quelle che sono delle difficoltà ma che possono poi tramutarsi in reali opportunità. Dal mio punto di vista il fine è quello, non soltanto di favorire e mettere nelle condizioni i nostri lavoratori di
vivere meglio e di poter organizzare meglio il proprio lavoro, ma anche – ha concluso Versace – di aumentare le performance e quindi metterli nelle condizioni di poter produrre con una formazione più adeguata».
Per l’assessora Angela Martino: «Il miglioramento organizzativo delle amministrazioni pubbliche, contestuale al confronto con le pratiche di implementazione della modalità di lavoro agile anche nel settore privato, è funzionale al benessere delle lavoratrici e dei lavoratori».
«Nuovi approcci organizzativi – ha aggiunto – possono migliorare il rapporto fra la dimensione professionale e quella privata di donne e uomini, nonché aumentare la produttività dei lavoratori, ma affinché ciò si realizzi sono indispensabili momenti di analisi e studio come quello offerto attraverso questo progetto iniziato nel 2018, proprio alla luce delle attuali e persistenti differenze nel nostro Paese fra la funzione sociale svolta dal genere femminile rispetto a quello maschile».
«Il Dipartimento per le pari opportunità – ha ricordato Pizzicannella – ha promosso, a partire da prima della pandemia, il progetto sul lavoro agile nelle nelle p.a. ed è stato un progetto che vedeva l’utilizzo del lavoro agile in un momento del tutto pionieristico».
«La pandemia ha cambiato tutto – ha aggiunto – perché il lavoro agile è diventato una necessità. Adesso finita la fase emergenziale ci troviamo in una nuova fase, in cui lavoro agile è la normalità, sostanzialmente entra nell’organizzazione delle amministrazioni con una modalità ordinaria di gestione delle attività e, ovviamente, le amministrazioni lo utilizzano sulla base delle loro esigenze anche in maniera molto diversa».
«Ci sono Comuni che hanno necessità di erogare servizi al pubblico che ovviamente lo utilizzeranno in maniera diversa rispetto ad altre che non hanno questa necessità. Sicuramente – ha concluso – è un
impianto organizzativo che è da considerarsi ormai la normalità».
Nel corso del confronto sono intervenuti, tra gli altri, anche Giuseppina Attanasio (dirigente Risorse umane della Città metropolitana), Fabio Nicita (dirigente Innovazione digitale Città metropolitana), Agostino Silipo (Ceo System House srl), Barbara Bertolucci (direttrice delle risorse umane dipartimento Trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri), Valerio Lucciarini (direttore generale di Autonomie locali italiane).