REGGIO CALABRIA – Bonifica del Sin “Crotone-Cassano-Cerchiara”, il consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio Regionale, Davide Tavernise e la coordinatrice provinciale del M5S di Crotone, Elisabetta Barbuto, chiedono il rispetto degli accordi assunti anzitempo, ovvero di trasfeire i rifiuti fuori dalla Calabria. «La Regione contrasti il tentativo dell’ENI di stravolgere il deliberato della conferenza di Servizi»
«Crotone ospita uno dei siti più contaminati dell’intero Paese, nell’area “ex Pertusola”, dove sono ammassate enormi quantità di rifiuti che rappresentano un grave pericolo per l’ambiente e la salute dei cittadini dell’intera area urbana, oltre a impedire qualunque sviluppo turistico ed economico del territorio», scrivono Tavernise e Barbuto.
«È prevista la bonifica, riconosciuta anche da una sentenza del Tribunale di Milano, ma da tempo assistiamo al tentativo di Eni di stravolgere il deliberato della Conferenza dei Servizi del 24 ottobre 2019 sulle modalità di bonifica del Sito di Interesse Nazionale “Crotone-Cassano-Cerchiara”.
In quella sede si era stabilito di portare i rifiuti all’esterno del territorio regionale, per evitare di aggravare, mediante la realizzazione di nuove discariche, la critica situazione ambientale che stanno vivendo i cittadini di Crotone. Deve essere chiaro che questa decisione, tra l’altro confermata in una seconda Conferenza di Servizi nel febbraio 2023, dove c’è stato lo stop anche alla scellerata idea di tombare parte dei rifiuti nel sito industriale stesso, deve essere rispettata e si deve partire al più presto con la definitiva bonifica dell’area». Così chiariscono la loro posizione il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale Davide Tavernise e la coordinatrice provinciale pentastellata a Crotone Elisabetta Barbuto.
Ancora oggi «Eni-Rewind prova in tutti i modi a sovvertire quella decisione, in maniera unilaterale e senza tenere in considerazione né il volere delle amministrazioni territoriali né, tantomeno, i bisogni delle popolazioni locali che da troppo tempo convivono con rischi concreti per la salute», continuano i due esponenti a 5 stelle, suffragati dallo studio Sentieri, promosso dall’Istituto Superiore di Sanità di concerto con il Ministero della Salute e il Ministro dell’Ambiente, che ha registrato allarmanti dati di rischio per la salute per la popolazione residente, con un forte aumento dei tumori a causa delle esposizioni ambientali.
Per Tavernise e Barbuto è importante una risoluzione ferma e decisa dell’amministrazione regionale sulla questione, già formalizzata all’unanimità dal Consiglio Regionale della Calabria il 19 giugno 2023 con una mozione che impegna la Giunta regionale «a coordinare l’insieme delle istituzioni calabresi tese a contrastare anche in sede giudiziaria il tentativo dell’ENI di stravolgere il deliberato della conferenza di Servizi».
Per non far cadere nel dimenticatoio gli impregni presi dal Consiglio regionale, «e per scongiurare altri nefasti progetti, come l’apertura di nuove discariche nel crotonese dove, poi, eventualmente, trasferire i rifiuti dell’area da bonificare, il capogruppo pentastellato in Regione ha inoltrato un’interrogazione al Presidente della giunta Regionale, Roberto Occhiuto, per assumere una posizione decisa e immutabile sull’impossibilità di riapertura del Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale) e di rimodulazione del Progetto di Bonifica fase 2 già approvato, chiarendo in maniera definitiva che i rifiuti derivanti dalle attività industriali a Crotone devono essere trasportati fuori dal territorio regionale, per avere al più presto un piano degli interventi e un cronoprogramma dei lavori dal nuovo Commissario Straordinario delegato a coordinare e promuovere la realizzazione degli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale nel Sin di Crotone-Cassano e Cerchiara e per impedire l’apertura di una discarica per rifiuti pericolosi e non pericolosi in località Giammiglione, progetto che sarebbe lesivo della salute pubblica e della situazione ambientale di un territorio già ampiamente compromesso».
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