CATANZARO – Il Comitato per le Comunicazioni della Calabria – composto dal presidente Fulvio Scarpino, dal vice presidente Mario Mazza e dal segretario Pasquale Petrolo – ritiene fondamentale “controllare l’accesso dei minori a siti e app che offrono contenuti pornografici, la cui diffusione contribuisce a diffondere una cultura distorta e mistificata del sesso, fondata sull’oggettificazione della figura femminile”.

A tal fine «promuove e sostiene l’attività del Governo e del Parlamento che si stanno adoperando per adottare in tempi brevi una normativa in grado di impedire ai minori di accedere ai contenuti pornografici proposti dal web. Un fenomeno dilagante, oltre che allarmante, che potrebbe essere frenato assicurando una sorta di blocco informatico. Una misura così radicale potrebbe fornire una risposta concreta agli stupri perpetuati dai giovanissimi, come accaduto a Palermo e a Caivano.

E, ancora: «Un minore su due, in età adolescenziale o preadolescenziale, cerca, conosce e guarda siti, canali e app porno: l’accesso controllato è uno degli approcci possibili agli effetti di quella che sembra essere una diffusa diseducazione sessuale», si legge nella nota del Corecom Calabria. «Molti paesi nel mondo hanno già adottato delle soluzioni, sia a livello centrale che a livello utente, ma sono tutte poco efficaci e problematiche. La prima grande difficoltà è quella di controllare gli accessi rispettando la privacy, l’altra è quella di sensibilizzare le famiglie a informarsi e utilizzare gli strumenti disponibili».

Ѐ fondamentale «garantire i minori e, quindi, come sempre tutti devono fare la propria parte. Del resto, basta ricordare le teorie del padre della neuropsichiatria infantile in Italia, Giovanni Bollea che dava una grandissima importanza all’azione educativa degli adulti (insegnanti e genitori) – spiega ancora il Corecom – considerando la società e il mondo degli adulti come responsabili nel prevenire il disagio, la sofferenza e anche le psicopatologie nello sviluppo dei bambini e degli adolescenti. Questo significa che è fondamentale impostare una buona relazione tra genitori e figli affinché possano essere accompagnati gradualmente alla scoperta del sesso».

Al fine di sostenere e rafforzare l’operato di Governo e Parlamento in materia, il Corecom Calabria «promuove una raccolta firme on line volta a sensibilizzare tutti i soggetti coinvolti nei processi formativi, a partire dai genitori».

Da metà novembre «scatterà l’obbligo per gli operatori di mettere a disposizione almeno un sistema di parental control per impedire l’accesso ai minori a siti web o ad app che contengono materiale inappropriato per la loro età – si legge ancora nella nota – Ma non basta, bisogna fare ancora di più».

Infine: «Siamo consapevoli delle problematiche di ordine giuridico connesse al provvedimento, prima fra tutte la tutela della privacy, che richiedono un’attenta riflessione e un approfondimento che si possono rendere solo in un ordinario procedimento di approvazione legislativo. Governo e Parlamento si pongono in questo momento il problema di bilanciare la tutela dei minori con la libertà degli adulti, predisponendo una normativa che contemperi i diritti di tutti, sappiamo che trovare risposte univoche è impossibile, ma è doveroso provarci».

Per sostenere l’azione di Parlamento e Governo nelle misure di controllo all’accesso dei minori a siti e app che offrono contenuti pornografici, la raccolta firma può essere sottoscritta al seguente link:

Petizione · Stop all’accesso libero e incontrollato dei minori ai siti pornografici · Change.org

stefaniasapienza@calabriainchieste.it