TORTORA (Cs) – «Non possiamo assistere inermi alla riapertura di un impianto di smaltimento di rifiuti pericolosi come quelli speciali (liquidi e fangosi) di Tortora a San Sago, provenienti da industria tessile, chimica, meccanica, conciaria, macelli, lavanderie industriali, tintorie, stamperie, etc., nonché percolati da impianti di discarica.

Rifiuti provenienti da tutta Italia che metteranno a serio rischio ambientale un territorio come quello della Valle del Noce, tra Calabria e Basilicata, considerato un vero paradiso terrestre. Non amo le “discussioni accademiche”».

E’ il presidente del Consorzio Valle Crati Maximiliano Granata a lanciare l’allarme, sostenendo il sindaco di Tortora Antonio Iorio.

«Mi capita di leggere qualche atto di una procedura relativa al Riesame A.I.A., “Impianto di eliminazione rifiuti pericolosi e non” nel comune di Tortora (Cs) con tanto di intestazione della Regione Calabria e sono rudemente respinto nello sconforto. Ho tra le mani alcuni atti relativi a questa procedura.

A questo aggiungo una lettera del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica della Direzione Generale valutazioni ambientali il commissario Ing. Paolo Cagnoli del 28/09/2023 che dichiara alla fine di un ragionamento amministrativo “assolutamente da contestare e impugnare “ si da atto che la posizione prevalente della conferenza dei servizi è stata di accoglimento dell’istanza di riesame, con valenza di rinnovo, dell’autorizzazione integrata ambientale, condizionato al rispetto delle prescrizioni e condizioni indicate in conferenza dei servizi.

Si anticipa, pertanto, che si procederà a dare corso al procedimento coerentemente con tali esiti, anticipando cosi il provvedimento di riapertura dell’impianto di San Sago.

E così, dopo oltre dieci anni di chiusura, avremmo nuovamente un impianto, dalle preoccupanti vicissitudini, a poca distanza dal mare, che sarebbe autorizzato a trattare circa 322 tipologie di rifiuti urbani ed industriali tra i quali, in buona parte, rifiuti contrassegnati come pericolosi nel catalogo europeo dei rifiuti.

Nella precedente Autorizzazione Integrata Ambientale troviamo scritto che l’impianto è autorizzato a trattare 300 metri cubi di rifiuti liquidi e fanghi al giorno (ovvero 300 mila litri) per un totale di 110 mila metri cubi all’anno (ovvero 110 milioni di litri) e poi riversare in ambiente rifiuti innocui.

Ed inoltre, considerato, ad esempio, che un’autocisterna ha una portata media di 25 mila litri, si autorizzerebbe l’impianto a trattare il contenuto di 12 autocisterne di petrolio al giorno, come previsto dal codice CER 130702 autorizzato, e poi riversare in ambiente reflui innocui”.

E mentre giungono alla mia mente alcune riflessioni effettuate con il mio amico di sempre Mauro Mellini, sembrano rievocare in me alcuni sonetti di Gioacchino Belli.

Ecco l’ignoranza che il Belli avrebbe indicato come matrice dell’invocazione di tale procedura (se ci fosse stata, ma allora apertamente il “potere era bello perchè se ne poteva abusare”) a sostegno del Sindaco del comune di Tortora Antonio Iorio e del responsabile del procedimento Dott.ssa Debora Cerbino.

Belli è Belli e volentieri se ne accettano le ragioni. Diciamo pure, dunque, che quello del nostro caso è ignoranza, anche se decisamente “Orientata”», conclude il presidente del Consorzio Valle Crati.