«Questo paziente ha pensato di avere una patologia infettiva, quindi ha perso la testa, è venuto nel mio studio, prima ha preso a pugni il portiere. Temeva di star male di nuovo, credo. E poi voleva gli curassi il suo cane, ma io faccio il medico non sono il veterinario. Lui mi accusava di non volermi occupare del cane, ma io gli spiegavo che non sono in grado».
Così al Tg1 l’immunologo Francesco Le Foche, ricoverato all’Umberto I dopo la violenta aggressione subita da un paziente, ricostruisce le cause di quell’inattesa esplosione di violenza.
«Al momento la situazione è abbastanza stabile. Si è appena svegliato da un’anestesia perché abbiamo appena fatto una parte di quello che dovrà subire. Ha una serie di fratture del distretto maxillo-facciale, in particolare delle brutte fratture delle ossa nasali e del complesso orbito-zigomatico. Per ora abbiamo fatto la riduzione e la compressione delle ossa nasali. Abbiamo rimesso a posto il naso», ha spiegato il prof. Valentino Valentini, primario dell’Uoc Chirugia Maxillo-facciale dell’Umberto I di Roma, parlando delle condizioni dell’immunologo.
Le Foche, spiega il chirurgo, «aveva ferite lacero-contuse al volto e alla regione frontale, c’è una frattura dell’orbita importante che però andrà ridotta e contenuta quando le condizioni del globo oculare saranno stabili. È discretamente provato, è un trauma fisico importante ma anche un trauma psicologico importante».