Un uliveto

COSENZA – Ancora un’annata segnata dalle anomale temperature che rischia di far perdere la produzione olivicola e innalzare i prezzi di un prodotto base per la sana alimentazione

«Si profila un’altra annata difficile per l’olivicoltura. Le alte temperature che hanno segnato la stagione estiva collegata alla siccità rischiano di compromettere la campagna olivicola. Abbiamo forte preoccupazione che un prodotto di qualità che ha trainato l’agricoltura regionale, possa subire gravi contraccolpi con aziende lasciate sole nella fase più difficile in cui si dovrebbero raccogliere i frutti di un anno di lavoro che purtroppo non avrà gli esiti sperati».

E’ l’appello di Elisabetta Santoianni, presidente provinciale AIC Cosenza, che ha raccolto lo sfogo e le preoccupazioni di molti olivicoltori del territorio. Le piante stanno morendo a causa delle alte temperature che hanno interessato tutto il bacino del Mediterraneo.

«Dove compreremo l’olio e soprattutto chi farà speculazione per questa drammatica contingenza produttiva? Oltre a tutelare i produttori servirà mettere in guardia i consumatori che potranno ritrovarsi ad acquistare olio scadente, proveniente da chissà dove, a prezzi esorbitanti. L’olio rimane un caposaldo della buona alimentazione e proprio per questo serve recuperare la produzione e innescare una visione a lungo termine per contrastare la crisi climatica che interesserà il futuro del pianeta».

Per l’AIC Cosenza serve immaginare una strategia di interventi che permetta agli agricoltori di dar vita a campagne irrigue nella stagione estiva o misure volte a realizzare impianti irrigui che ottemperino ai bisogni delle piante e allo stesso modo inneschino un risparmio idrico e un consumo consapevole di acqua.

«Siamo di fronte ad una stagione straordinaria di eventi che contrastata con misure altrettanto straordinarie, ragionando, magari, insieme agli altri assessorati agricoli delle regioni del Sud dove il fenomeno è più marcato».

stefaniasapienza@calabriainchieste.it