Home Calabria Consorzi calabresi, 1500 lavoratori senza stipendio: Flai Cgil all’attacco, ipotesi di danni...

Consorzi calabresi, 1500 lavoratori senza stipendio: Flai Cgil all’attacco, ipotesi di danni esistenziali

L'ennesima beffa vede una politica regionale incapace di trovare soluzioni ai problemi dei lavoratori idraulico-forestali. I governanti della Cittadella incassano indennità da capogiro

134
0
Ufficio della Regione Calabria

PAOLA (Cs) – L’organizzazione sindacale Flai Cgil di Paola costretta ancora una volta a intervenire a mezzo stampa per l’ennesima disfunzione relativa alla erogazione dello stipendio a 1500 lavoratori dei consorzi di bonifica calabresi.

L’ennesima beffa che vede una politica regionale incapace di trovare soluzioni ai problemi degli altri.

Dopo gli enormi disagi causati dalla mancata corresponsione di tre mensilità, erogata solo poco tempo fa, adesso è saltata la mensilità di agosto 2023 e circa 1.500 lavoratori idraulico forestali con le loro famiglie sono in crisi.

L’organizzazione sindacale Flai Cgil, che sta analizzando la vicenda con il suo ufficio legale, avverte la Regione Calabria sui danni arrecati ai dipendenti:

«Impossibilità di provvedere all’acquisto di alimenti e generi di prima necessità per
l’igiene della persona e della casa;

impossibilità o gravi difficoltà nell’accesso alle prestazioni sanitarie (farmaci,
prestazioni di medicina preventiva, visite specialistiche, interventi chirurgici, ecc.)
per mancanza del denaro necessario al pagamento anche dei soli tickets;

impossibilità di provvedere puntualmente al pagamento delle bollette relative alle
varie utenze domestiche (elettricità, gas, telefono, acqua, tasse comunali e
patrimoniali)», sono alcuni dei gravissimi disagi che pesano sulle spalle dei lavoratori e che non fanno dormire sonni tranquilli a tantissime famiglie calabresi.

E ancora: «impossibilità di provvedere alla riparazione e anche alla normale manutenzione
sia degli elettrodomestici essenziali (magari sostituendoli, in casi estremi, con
nuovi elettrodomestici di classe energetica più favorevole) che dei veicoli
necessari per l’attività lavorativa, oltre che del relativo carburante;

impossibilità di pagare puntualmente le tasse di possesso e le assicurazioni dei
veicoli; impossibilità di richiedere prestiti, finanziamenti, cessioni del quinto ed altri aiuti economici poiché la quasi totalità dei lavoratori risulta iscritta al Crif».

E infine: «impossibilità di favorire i percorsi scolastici e di formazione lavorativa dei propri familiari (acquisto libri, tasse di iscrizione scolastiche, mantenimento presso le
sedi di studio universitarie, pagamento corsi di formazione, ecc.; impossibilità di effettuare acquisti convenienti per il budget familiare nei periodi
di saldi commerciali».

Adesso appare lecito chiedersi: se un consigliere o un assessore regionale percepisce circa 15mila euro al mese, può realmente immedesimarsi in quei lavoratori che vivono di un solo basso reddito?

E ancora: che fine hanno fatto quei cerimonieri della politica che in occasione delle varie competizioni elettorali si precipitavano sui territori per promettere ricchezza e benessere?