COSENZA – Incidenti e morti sul lavoro in aumento e politiche di governo che sembrano andare in direzione contraria a quello che dovrebbe essere l’obiettivo primario: arginarli.
Lo denuncia Fillea Cgil Calabria che ha preso parte all’incontro “Sicurezza è legalità. Il ruolo degli Rlst” tenutosi a Rende e organizzato dall’associazione Rlst Calabria, con il patrocinio di Inail Calabria e la condivisione con FenealUil Calabria e Filca Cisl Calabria
«Non possiamo accettare, mentre si continua a morire in maniera disarmante (una media di 3 morti al giorno, quasi 700 dall’inizio del 2023) – ha affermato il Segretario Generale Fillea Cgil Calabria Simone Celebre – che questo governo invii una bozza Stato/Regioni in cui si riducono, in settori ad alto rischio come quello edile, le ore di formazione obbligatoria da 16 a 10, dando anche la possibilità a qualsiasi ente, purché si accrediti a livello regionale, di fare la formazione aprendo così al fuori controllo».
Celebre ha puntato il dito anche contro il nuovo Codice degli Appalti che «non difende in termini di diritti, di tutele e di sicurezza i lavoratori attraverso la reintroduzione del subappalto a cascata su tutti. Lì si anniderà l’illegalità più diffusa – avverte il Segretario – perché l’obiettivo è quello di spendere, indipendentemente dalla qualità delle opere, della sicurezza di chi lavora, della crescita delle imprese e degli indotti. Metteremo in campo tutti i protocolli e i mezzi della contrattazione preventiva che consentiranno di ridurre al minimo questo scempio».
Celebre ha poi evidenziato la figura degli Rlst (Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale), «figure altamente qualificate e professionali che girano i cantieri della nostra regione spesso non comprese e maltrattate, ma che sono a supporto dei lavoratori e delle imprese per il rispetto delle norme sulla sicurezza previste dal decreto 81/08».
Ecco perché «non possiamo far passare in silenzio la sentenza di condanna della Corte di cassazione di Trani a carico di un Rls per un incidente sul lavoro. Gli Rls o Rlst, non sono responsabili ma rappresentanti. Si tratta di un attacco trasversale al sindacato. E’ inaccettabile».
Dito puntato anche sui tempi della giustizia: «Serve una riforma urgente, la magistratura deve poter fare i processi in questa materia nel modo più veloce possibile onde evitare lo spettro della prescrizione. Ma gli infortuni mortali si fermano ampliando anche il numero degli ispettori e degli organi ispettivi, mettendoli nelle condizioni di poter lavorare con la giusta qualità, il giusto impegno dandogli gli strumenti per poter operare ed intervenire prima che accada l’irreparabile».
La sicurezza si combatte «contrastando turni di lavoro massacranti e vietando le ore di straordinario obbligatorie. Le morti sul lavoro non sono fatalità! Ecco perché – ha concluso il Segretario Generale – chiediamo il reato di omicidio colposo in questo ambito come si è fatto per l’omicidio stradale e una patente a punti per quelle imprese che rispettano le norme sulla sicurezza estromettendo dalle gare dei lavori pubblici quelli che non lo fanno, evitando di creare dumping tra le imprese serie che rispettano norme e contratti».
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