VIBO VALENTIA – L’assessore all’Ambiente del Comune di Vibo Valentia, Vincenzo Bruni, riprendendo quanto ribadito in più occasioni, da ultimo nel corso di un consiglio comunale del febbraio scorso, spiega lo stato dell’arte in merito alla problematica dei tralicci dell’alta tensione presenti nel centro di Vibo.
«La problematica relativa alla presenza dei tralicci dell’alta tensione all’interno del perimetro urbano di Vibo Valentia – ha riferito Bruni – è all’attenzione della giunta sin dall’insediamento, come testimoniano gli incontri avuti a più riprese con i tecnici di Terna».
Una tematica sulla quale «bene ha fatto a soffermarvisi, nei giorni scorsi, il consigliere Anthony Lo Bianco, che ci offre l’occasione per ribadire ancora una volta ciò che l’amministrazione Limardo sta compiendo in questa direzione».
I primi confronti tra l’ente comunale e Rete ferroviaria italiana (RFI) «risalgono agli anni 2006/2009. A marzo 2009 RFI comunicava al Comune che il progetto di interramento, tecnicamente fattibile, avrebbe comportato un costo per l’ente richiedente di circa 20 milioni di euro. Una pratica poi di fatto accantonata fino all’insediamento dell’amministrazione Limardo, che l’ha ripresa in mano avviando, a settembre 2020, i primi contatti con Terna Rete Italia».
Il 3 novembre 2020 «si è tenuta una conference call tra il sindaco Limardo, l’assessore Bruni e gli ingegneri di Terna. Dopo altri scambi a dicembre 2020, si è passati ad una fase operativa a maggio 2022, quando Terna, in una apposita riunione in Comune, ha illustrato il progetto di razionalizzazione dell’area di Vibo Valentia. Successivamente, l’ente ha chiesto di avere il progetto in questione, che Terna, nei mesi scorsi, ha provveduto ad inoltrare».
In estrema sintesi, «si tratta della realizzazione di una nuova stazione di trasformazione che verrebbe installata all’esterno del perimetro abitato.
«Con questo nuovo progetto – spiega l’assessore – si supererebbe anche l’ipotesi dell’interramento, con tutte le problematiche connesse e facilmente immaginabili per la vivibilità del centro abitato; e il tutto si tradurrebbe anche in un enorme risparmio economico se paragonato all’esborso preventivato col progetto originario di RFI».
In una successiva lettera del febbraio 2023 il Comune ha chiesto a Terna il progetto definitivo e la quantificazione dei costi, che dovrebbe aggirarsi tra i 2 e i 3 milioni di euro.
L’amministrazione comunale è impegnata, in questo frangente, «a reperire quindi la somma necessaria. Nei mesi scorsi era comunque intervenuta una manifestazione di interesse da parte della Regione Calabria, alla quale l’ente aveva inteso partecipare. Tramite un filo diretto con il consigliere regionale Michele Comito e l’assessore allo Sviluppo economico Rosario Varì – afferma ancora Bruni – siamo costantemente aggiornati su ogni possibilità di finanziamento».
Infine: «Non ci precludiamo qualunque ipotesi possa essere d’ausilio per giungere ad un finanziamento utile a rimuovere in maniera definitiva questa possibile fonte di inquinamento elettromagnetico. Un tema particolarmente caro a questa giunta, come dimostra, da ultimo, il recente acquisto delle centraline di rilevazione dell’elettrosmog».
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