Un momento dell'incontro

COSENZA – La suggestiva cornice del chiostro di palazzo de Matera, scelta dalla Fondazione per ospitare  l’evento dal titolo Giacomo Mancini, sogni e visioni si è presto  rilevata  troppo piccola per contenere le tante presenza che hanno raggiunto il centro storico di Cosenza per partecipare alla manifestazione.

Due i momenti della riuscita iniziativa. Il primo, la scopertura della riproduzione di una famosa foto raffigurante il leader socialista riprodotta su acciaio corten dall’azienda Profilsider dei fratelli Zicarelli e donata alla Fondazione.

«Da cosentino, un tributo  affettuoso ad un leader politico che ha voluto  tanto bene alla mia città», queste le parole emozionate di Gianni Zicarelli. Disse Francesco Cossiga: di tutti gli uffici importanti, che Mancini ricoprì, quello di Sindaco della sua città gli sembrò il più onorevole. Nel disbrigo, Egli si prodigò fino alla fine della sua vita, ben spesa.  E in municipio testimoniò quel carattere di servizio alla gente, che la politica deve avere», così  Pietro Mancini, presidente della Fondazione, prima di sollevare il drappo rosso dall’opera.

30 anni dopo la sua vittoria alla prima elezione diretta del Sindaco «la Fondazione ha cominciato ad approfondire quella bella pagina di storia ed evidenziare la grande eredità di valori, di servizio, di spirito di sacrificio, di testimonianza vera, combattuta e vissuta, alla libertà e alla giustizia».

Il secondo momento è stato quello del dibattito animato dagli interventi di quattro sindaci di comuni del cosentino: San Fili, Casali del Manco, Castiglione Cosentino e Castrolibero.

La  vicenda politica di Giacomo Mancini «è tra le più significative e possenti della storia repubblicana – ha ricordato Linda Cribari, sindaco di San Fili – L’indimenticabile Sindaco di Cosenza, a cui si ascrivono la rinascita del centro storico e la realizzazione delle grandi opere del progetto Urban, il leader di prima grandezza del socialismo italiano, l’intellettuale in grado di pensare liberamente rispetto alle convenienze di potere, il difensore dei diritti civili, espressione della massima vicinanza delle Istituzioni al popolo,  il Ministro che ha cambiato la storia d’ Italia salvando milioni di bambini dalla poliomielite, ripristinando un governo del territorio che era venuto a mancare per decenni a beneficio della rendita e della speculazione, rimane il migliore esempio  da emulare da parte dei giovani  amministratori».

E, ancora: «Indimenticato sindaco della città dei Bruzi, leader socialista e, soprattutto, politico di caratura nazionale – ha affermato Francesca Pisani, sindaco di Casali del Manco – di Mancini non dimenticheremo mai la lungimiranza, l’abilità elettorale, la visione d’insieme, il pragmatismo e l’innovatività.  Ha avuto un rapporto fortissimo e privilegiato con il territorio, di cui conosceva a fondo e concretamente i problemi. Mise in atto importanti interventi di sviluppo urbano che miravano al recupero del centro storico e delle periferie. La sua azione politica, sempre improntata alla cosiddetta «politica delle cose», ha fatto sì che la città di Cosenza vivesse una fase di progresso sociale e culturale senza precedenti. Mancini non ha mai neppure dimenticato la difesa dei meno abbienti e con il suo impegno ha dato un senso al socialismo riformista italiano ed europeo».

Da giovane sindaco alla fine degli anni ‘90, ha ricordato Orlandino Greco, sindaco di Castrolibero «ebbi modo di confrontarmi con alcuni amministratori lungimiranti, tra questi Giacomo Mancini è stato certamente il più visionario. A tanti anni dalla sua scomparsa il suo ricordo è ancora indelebile a dimostrazione evidente della sua levatura. L’elemento che mi colpiva all’epoca e che oggi mi fa ancora riflettere è la sua capacità attraverso la sua leadership di far nascere un sentimento di appartenenza e di orgoglio da parte dei cosentini nel sentirsi cittadini di una comunità ambiziosa che cresceva e si faceva apprezzare anche lontano dai suoi confini».

Giacomo Mancini «è stato il protagonista assoluto della crescita civile, economica e sociale del Sud e della sua Calabria – ha affermato Salvatore Magarò, sindaco di Castiglione Cosentino. Sempre in prima linea per la sua città. Un sindaco impareggiabile che Cosenza non dimenticherà. Dialogava con la plebe, con gli intellettuali scomodi, con i reietti, promuoveva i diritti civili e si batteva per il garantismo».

Il suo pensiero politico e la sua azione amministrativa «sono stati e sono patrimonio dell’intero paese e sarebbe auspicabile che si studiasse nelle nostre scuole la storia dei sindaci che hanno segnato positivamente la nostra democrazia».

I lavori sono stati chiusi «da Giacomo Mancini, che dopo aver ringraziato  i tanti intervenuti e i sindaci ognuno dei quali partendo dal suo vissuto personale e politico ha fornito una testimonianza interessante. E’ intenzione della Fondazione, se riusciremo insieme ad altre istituzioni culturali, promuovere una riflessione sul significato del voto di trent’anni fa, il primo con il quale i cittadini hanno potuto scegliere direttamente il proprio sindaco  e su come ha dato avvio ad un vero e proprio rinascimento per la nostra città,  ma anche modificato e gli assetti politici e istituzionali del paese».

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