Il tribunale di Cosenza

COSENZA – Otto medici dell’ospedale Annunziata di Cosenza sono stati assolti con formula piena dal Tribunale monocratico penale della Città bruzia dall’accusa di omicidio colposo a danno di Teresa Carpino, 65 anni, originaria di Parenti, deceduta il 17 giugno del 2016, dopo sei giorni da un incidente stradale in cui era rimasta ferita.

Il decesso, secondo i due consulenti tecnici del Pubblico ministero, era sopraggiunto a seguito di una gravissima infezione causata dalla cattiva gestione di una ferita alla fronte.

Ecco i nomi dei medici imputati e dei difensori di fiducia: Michele Piccolo (Castrolibero), difeso dall’avvocato Pasquale Latino del foro di Cosenza; Salvatore Morrone (Casole Bruzio), difeso dall’avvocato Marco Oliverio del foro di Cosenza; Antonio Adolfo Rogano (Cosenza), difeso dall’avvocato Patrizia Mazzei del foro di Lamezia Terme; Mario Giudice (Sala Consilina), difeso dall’avvocato Riccardo Venditti del foro di Napoli; Francesco Stefano (Paola), difeso dall’avvocato Francesco Scrivano del foro di Paola; Giovanna Scarcello (Cosenza), difesa dagli avvocati Tiziana Migliano e Angela De Lia del foro di Cosenza; Maria Domenica Nicolò (Reggio Calabria), difesa dagli avvocati Antonio Cordova e Rosa Maria Messina del foro di Reggio Calabria; Benedetta D’Orrico (Rende), difeso dagli avvocati Santo Rogato e Sante Dodaro del foro di Cosenza.

Secondo la tesi accusatoria, in cooperazione colposa tra loro, nelle rispettive qualità di medici che presero in cura Teresa Carpino, a seguito dell’incidente stradale da quest’ultima subito il 17 giugno del 2016, e per il quale aveva riportato lesioni (vasta ferita lacero contusa della fronte) per colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia ed in violazione delle buone pratiche medico-assistenziali, relative al trattamento delle ferite, cagionavano la morte della donna.

La vittima, infatti, decedeva dopo sei giorni per una gravissima infezione alla ferita che le ha procurato una aritmia cardiaca ed embolia polmonare, determinante una evoluzione sistemica e settica neurotossica.

Il giudice, tuttavia, convinto – in sede di discussione – dalle riflessioni delle difese e dalle tesi dei consulenti di parte, ha disposto un arricchimento probatorio, nominando in corso d’opera due periti che hanno sconfessato i consulenti tecnici della pubblica accusa.

Da qui l’assoluzione con formula piena di tutti gli imputati.