AMANTEA (Cs) – E’ un fiume in piena la consigliera di minoranza e capogruppo di “Per Amantea”, Emilia Di Tanna, in merito alla gestione della cosa pubblica da parte dell’amministrazione Pellegrino, e all’ostruzionismo riscontrato in Comune – da parte di alcuni assessori – per poter avere accesso agli atti.
Ma, procediamo con ordine. Secondo la Di Tanna c’è una «inadeguata tutela degli interessi dei cittadini da parte dell’attuale amministrazione», anzi sarebbero state compiute delle azioni che avrebbero «leso interessi del nostro paese».
E’ il caso, ad esempio, dell’assunzione dei 7 assistenti sociali che avrebbe dovuto fare Amantea, ma che per cause al momento sconosciute sono andate ad appannaggio del vicino comune di San Pietro in Amantea.
Intanto, per come denunciato dall’esponente di minoranza, «l’atteggiamento e gli atti relativi all’organizzazione della nostra funzione di Comune capofila nell’Ambito 3 (di cui fanno parte nove comuni) sono errati».
Nel senso che «dovremmo lavorare in sinergia con altri comuni e permettere al nostro territorio implementare l’azione in ambito sociale. Amantea ha già perso una partita quando ha ceduto l’home care premium a San Pietro in Amantea nelle passate stagioni. Noi, però, ora avevamo avuto una opportunità molto utile e funzionale all’organizzazione del nostro comune».
In particolare, per gli «Ats la legge permette di stabilizzare 7 assistenti sociali sotto forma di assunzione a tempo indeterminato. Grazie al nostro sindaco, che non ha seguito le linee guida del regolamento regionale detta occasione è stata persa».
Nel senso che «dovrebbe essere il Comune capofila ad organizzare tutto ciò che è necessario per l’espletamento del bando e relative assunzioni, utilizzando il funzionare competente degli affari sociali che il comune di Amantea ha. Solo se Amantea non avesse avuto detta figura professionale avrebbe dovuto chiedere l’intervento di un funzionario appartenente a un Comune del comprensorio di svolgere la funzione di referente del Piano».
Ebbene: «Noi abbiamo la Zagordo, persona professionalmente molto preparata, ma il nostro sindaco nell’iter che avrebbe dovuto portare all’assunzione degli assistenti sociali (partita a giugno) ha chiesto alla conferenza dei sindaci di non utilizzare la Zagordo ma se vi fosse stata la disponibilità di un funzionario che potesse prendere i suo posto considerando che Amantea versa in una situazione economico – finanziaria inadeguata».
La legge nazionale, ha tuonato la Di Tanna «è chiara, non lo permette. Noi siamo in un comune sotto organico, non c’è turnover, non si può assumere. Con l’opportunità offerta all’Ats avremmo avuto la possibilità di assumere 7 assistenti sociali e noi li abbiamo mandati in un comune che non ha neanche mille abitanti».
La cittadinanza «vorrei capisse che queste sarebbero state delle risorse preziose per il nostro territorio. Il comune non avrebbe dovuto spendere neanche un euro perché le assunzioni in deroga sarebbero state gestite dal governo».
E, ancora: «Il sindaco la richiesta di intervento a un altro Comune l’ha fatta nel mese di giungo, ovvero quando è stata avviata la procedura di assunzione».
Poi, evidentemente «si sarà reso conto dell’errore e ha iniziato a tempestare di messaggi gli altri comuni (documenti alla mano). Nei successivi incontri con la conferenza dei sindaci ha cercato di fare un passo indietro. In un verbale, però, si dice che tuto ciò che i sindacato ha fatto “è irrevocabile” e Pellegrino questo verbale lo ha anche firmato».
Alla fine il sindaco di Amantea è riuscito a “strappare” un accordo. Nel senso che «gli alti sindaci hanno promesso che quando il comune tornerà in una situazione economico – finanziaria adeguata le assistenti sociali potranno tornare ad Amantea tramite la mobilità (o altro)».
Ma questa promessa non è stata un affare. «Finché l’assunzione avviene in deroga dal Comune capofila dell’Ats tutte le spese sono a carico del Governo. Con la mobilità invece ne dovrà rispondere l’Ente locale. Nel senso che la stessa grava sul bilancio comunale».
Infine, a tutto ciò si deve aggiungere il fatto che: «dal primo gennaio 2024 noi non torneremo a essere un comune virtuoso. La nostra amministrazione non ha puntato al risanamento, anzi, ci ha condannati a un altro dissesto, ovvero al “dissesto controllato” (sotto controllo del ministero) e, quindi, non abbiamo nessuna libertà dal punto di vista economico – finanziario. Questa amministrazione sta facendo perdere grandi occasioni al territorio».
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