Emilia Di Tanna, capogruppo di “Per Amantea”

AMANTEA (Cs) – La consigliera comunale di minoranza e capogruppo “Per Amantea”, Emilia Di Tanna ha smentito il primo cittadino per quel che concerne la questione dell’agibilità degli stadi di Amantea e Campora San Giovanni. 

«Il sindaco ha detto che “gli atti sono in comune se volete potete venire a visionarli”, e io sono andata a richiederli», ha evidenziato la consigliera.

Il capogruppo di minoranza ha chiarito come «a livello di amministrazioni comunali le agibilità una volta concesse non è che poi non ci sono più. Hanno bisogno ogni 5 anni per il Cpi e ogni 10 anni per il certificato di idoneità statica di essere rinnovati».

Questi due certificati «vanno modificati solo nel caso in cui ci siano state delle oggettive modifiche alle strutture. E, in questo caso, si convoca la commissione di vigilanza. Cosa che non si deve fare per il semplice rinnovo di questi due documenti».

Ebbene: «Noi come amministrazione che cosa abbiamo fatto? Per permettere ai nostri giovani di giocare a calcio, di fare sport liberamente, di ospitare partite, anzi gemellaggi come il nostro sindaco aveva lanciato questa estate come idea, “gemelliamoci con la Sampdoria, con il Cosenza, facciamo fare gli allenamenti sul campo sportivo di Amantea”, li abbiamo fatti chiudere».

I campi sportivi «sono una delle poche risorse che il territorio ha. Non abbiamo molte altre strutture, tranne il Palazzetto dello sport e che però può essere utilizzato per altre tipologie di sport. Il calcio ha solo queste due strutture e noi dovevamo fare di tutto per tutelarle. Il nostro sindaco, umilmente, perché per fare il sindaco serve umiltà non arroganza, avrebbe dovuto accettare quei consigli di cui ha parlato in maniera… invece di dire “noi andiamo avanti per la nostra strada”».

La nostra strada sapete qual è? «Quella che mi è stata detta venerdì mattina quando sono andata a chiedere di visionare gli atti, ovvero che ”tutto ciò che è stato prodotto in passato è falso”. Perché noi siamo un Comune illegale. Allora io vorrei ricordare a tutti noi, e soprattutto a tutti quelli con cui ho parlato venerdì mattina, che quello che è stato il grande processo alla legalità in questo paese è finito con una dichiarazione di insussistenza di tutto quello che era stato indagato».

Quindi «noi non siamo un comune illegale. E io vorrei che i nostri rappresentanti lo avessero come punto di orgoglio, non come elemento da usare come spauracchio per andare in giro a ledere la dignità di questo paese. Con l’iter intrapreso dal Comune gli stadi resteranno chiusi. Anche le risorse che sono state spese dalle società sportive per ragazzi che vengono da fuori a giocare nelle nostre squadre, sono state risorse mandate all’aria».

Infine: «La prossima giornata è in casa (oggi, ndr) e sapete dove vanno a giocare i nostri ragazzi? A Pianopoli perché il problema è che i campi vicini non ce li possono prestare, quindi significa spese, significa che i nostri calciatori non avranno tutto il supporto del pubblico, anzi credo che la curva ci sarà e io la chiamo in causa, dove? Perché non si è mossa difronte a questo tipo di comportamento? Questa è un’altra occasione perduta».

Gli atti per gli stadi di Amantea e Campora

stefaniasapienza@calabriainchieste.it