AMANTEA (Cs) – La Corte dei Conti dice no al piano di Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale del Comune di Amantea, ma ritiene applicabile la norma che indica il Ministero degli Interni quale organo che dovrà fissare, con proprio decreto, le misure necessarie per il risanamento avviato dall’Amministrazione Comunale, anche in deroga alle norme vigenti.
A darne notizia il sindaco Vincenzo Pellegrino in una nota stampa concordata unitamente al gruppo “Cambiamo rotta”.
«Il 26 Ottobre – scrive Pellegrino – in adunanza pubblica presso la sezione controllo della Calabria della Corte dei Conti, è stato esaminato il piano di riequilibrio finanziario pluriennale del Comune di Amantea.L’esito, già intuibile dalla relazione del magistrato istruttore, è stato purtroppo negativo».
Senza entrare nel merito, «in ordine a congruità e sostenibilità delle previsioni del piano presentato dai Commissari prima e successivamente rielaborato da questa amministrazione, la sezione di controllo per la Calabria della Corte dei Conti ha ritenuto inammissibile il ricorso alla Procedura di risanamento finanziario pluriennale ex art 243 bis del TUEL».
E, ancora: «La personale cortesia della Commissione ha consentito di potere esporre i progressi e l’inversione di trend ottenuta tra mille difficoltà e penuria di risorse umane ma ha dovuto altresì evidenziare che “l’interpretazione sistematica delle norme del Titolo VIII del TUEL non consente, in pendenza di una procedura di dissesto, il ricorso al piano di riequilibrio pluriennale per far fronte a nuovi disavanzi (Sezioni riunite n.4/2023 del 24/5/2023)».
La Corte sostiene che «nel caso di Amantea sia invece applicabile l’art.268 comma 2 del TUEL, che individua nel Ministero degli interni l’organo che dovrà fissare, con proprio decreto, le misure necessarie per il risanamento, anche in deroga alle norme vigenti».
E, poi: «L’art.243 bis avrebbe consentito il risanamento in 19 anni e il ricorso al fondo di dotazione per 4.200.000 euro per esigenze di liquidità e per il pagamento dei debiti fuori bilancio.
La misure che detterà il Ministero disegneranno verosimilmente un percorso meno agevole nella durata del rientro e non contemplerà la possibilità di ricorso al fondo di rotazione. Dovremo farcene una ragione».
«A noi l’onere di farci carico della grave situazione ereditata e di moltiplicare gli sforzi e l’impegno per venirne fuori con tenacia e determinazione. Nulla sarà trascurato e ogni rivolo finanziario recuperabile sul fronte dei costi e delle entrate sarà finalizzato all’assolvimento di tutti gli impegni che il Ministero imporrà per rimuovere i gravi squilibri strutturali che strozzano l’attività del Comune».
È del pari richiesto, ed a tal proposito «si fa un accorato appello, una generale condivisione degli obiettivi da parte di tutti. Encomiabile e gradita sarà la critica costruttiva e stimolante, ancorché dura e serrata, mentre risulterebbe inutile e perniciosa la polemica sterile e divisiva».
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