Il tribunale di Catanzaro

PAOLA (Cs) – La Corte d’Appello di Catanzaro Misure di Prevenzione ha disposto il dissequestro dei beni di Emilia Gallo e della sua famiglia, gioielliera di Paola destinataria di un decreto del 12 luglio 2021 del Tribunale di Catanzaro con cui veniva accolta la proposta di confisca dell’intero complesso edilizio di proprietà, sito nel Comune di Paola (CS), nonché elle disponibilità finanziarie attive sui rapporti bancari, postali e assicurativi, riconducibili al proposto ed ai suoi familiari solo se conviventi, già oggetto di sequestro.

Il Tribunale ha quindi accolto la richiesta degli avvocati Giuseppe Bruno, Alessandro Diddi e Domenico De Rosa, restituendo tutti i beni.

«Dalla documentazione in atti, non si desume un’abitualità della condotta delittuosa da parte della Gallo – spiegano i giudici – né l’arco temporale entro cui siffatta sistematica dedizione al compimento di attività delittuose si sarebbe manifestata, essendo l’arco temporale indicato estremamente diluito (dagli anni Novanta al 2016) a fronte dell’episodica e sporadica commissione di reati da parte della prevenuta», è la motivazione dei giudici delle Misure di Prevenzione.

Ma facciamo qualche passo indietro negli anni. Evidenziavano, nel dettaglio, i Giudici di primo grado che dagli atti allegati alla proposta emergeva la «stabile, abituale e ininterrotta dedizione della Gallo, sin dagli anni Novanta, ma con particolare intensità dal 2012, alla commissione di delitti, soprattutto in materia di ricettazione di oro e di acquisto di oro usato senza il rispetto della normativa vigente e, dunque, in costante situazione di irregolarità, che le hanno permesso di incamerare ingenti proventi illeciti che, nell’arco temporale sopra indicato, hanno permesso alla proposta e alla sua famiglia di vivere in una condizione di elevata agiatezza».

Il Tribunale di Catanzaro evidenziava, in quel tempo, che la Gallo, servendosi «della schermatura della propria gioielleria e della protezione derivante dalla circostanze che il marito (Romanò) fosse un carabiniere, avesse per anni commercializzato beni sottratti dal circuito legale di tracciamento, rendendosi costantemente inadempiente all’obbligo di tenuta dei registri per i beni usati e acquisendo oggetti in oro senza alcun rispetto delle norme stabilite dalla disciplina amministrativa di settore, proseguendo nella propria attività illecita anche ben oltre il momento nel quale le era stata revocata la licenza».

Le Misure di Prevenzione, pertanto, hanno oggi revocato la confisca disposta nei confronti della Gallo, disponendo la restituzione dei beni all’avente diritto, perché «non si desume un’abitualità della condotta delittuosa da parte della Gallo, né l’arco temporale entro cui siffatta sistematica dedizione al compimento di attività delittuose si sarebbe manifestata, essendo l’arco temporale indicato estremamente diluito (dagli anni Novanta al 2016) a fronte dell’episodica e sporadica commissione di reati da parte della prevenuta».

Emilia Gallo si è così espressa: «Ho sempre avuto fiducia nella giustizia perché sapevo che tutto ciò che io e la mia famiglia abbiamo lo dobbiamo al nostro lavoro e ad anni di sacrifici. Dedico questa bella notizia a mio padre che non c’è più e che mi ha aiutato sempre a realizzare quello che oggi ho».

«Ho sofferto tantissimo per il clamore con cui è stata presentata questa indagine della Guardia di finanza perché sapevo che avevamo ragione ed oggi ho trovato chi questa ragione la ha certificata dai Giudici ritenendo infondate le accuse. Voglio ringraziare i legali della mia famiglia l’avvocato Giuseppe Bruno, l’avvocato Alessandro Diddi, l’avvocato Mimmo De Rosa ed il mio consulente Dottore Antonio De Rinaldis per il lavoro svolto e per avermi aiutato ad avere sempre fiducia nella giustizia anche nei momenti più bui».