CATANZARO – «Le differenze tra i sistemi sanitari regionali sono ancora molto forti, nonostante le riforme che si sono susseguite negli ultimi anni. Queste differenze creano ingiustizie in termini di diritto alla salute e di accesso alle strutture e alle prestazioni sanitarie: per superarle è necessario un impegno da parte di tutti, a partire dallo Stato centrale, che deve assumersi maggiori responsabilità nei confronti delle regioni inadempienti».
Ѐ quanto emerso nel corso del V modulo della XII edizione il Corso di management medico avanzato e di politiche sanitarie organizzato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Catanzaro, che si è tenuto nei giorni scorsi – nella sala “Catuogno” nella sede dell’Ordine in via Settembrini a Catanzaro. “Differenza tra sistemi sanitari regionali” è il tema della lezione tenuto dalla dottoressa Concetta Vaccaro, della Fondazione Censis di Roma.
Un altro importante appuntamento formativo, quello del corso di management medico avanzato, voluto dal presidente dell’Ordine dei Medici di Catanzaro, il dottor Vincenzo Ciconte, e da tutto il consiglio direttivo. I lavori sono stati introdotti dal direttore scientifico del Corso, il dottor Lino Puzzonia.
«La spesa media pro capite per la sanità è molto più alta nelle regioni del Nord che nelle regioni del Sud, e questa non è una novità», afferma la dottoressa Vaccaro.
La disponibilità di posti letto ospedalieri «è più alta nelle regioni del Nord che nelle regioni del Sud e presenza di servizi territoriali, come l’assistenza domiciliare integrata (ADI) e le attività di prevenzione, è più alta nelle regioni del Nord che nelle regioni del Sud».
La dottoressa Vaccaro ha anche proposto due soluzioni per superare queste differenze, vale a dire: «un aumento delle responsabilità dello Stato centrale nei confronti delle regioni inadempienti, e un maggiore scambio di esperienze e best practices tra le regioni, al fine di diffondere le buone pratiche».
E, ancora: «le differenze tra i sistemi sanitari regionali sono un ostacolo alla realizzazione dei principi fondanti del SSN, quali l’universalismo e l’equità», ha spiegato ancora Vaccaro. Per superare questo problema è necessario «un impegno da parte di tutti, a partire dallo Stato centrale, che deve assumersi maggiori responsabilità nei confronti delle regioni inadempienti. Inoltre, è importante promuovere un maggiore scambio di esperienze e best practices tra le regioni, al fine di diffondere le buone pratiche e migliorare l’efficienza del sistema sanitario nazionale».
Infine: «Aumento della spesa sanitaria nelle regioni del Sud, aumento della disponibilità di posti letto ospedalieri nelle regioni del Sud e sviluppo dei servizi territoriali nelle regioni del Sud: sono queste le misure sono necessarie per garantire a tutti i cittadini italiani un accesso equo alle cure sanitarie, indipendentemente dalla regione di residenza».
stefaniasapienza@calabriainchieste.it